Welfare

“Stop Fgm”, oggi giornata mondiale

Oggi è la Giornata mondiale di lotta contro le mutilazioni genitali femminili. Tre milioni di donne e bambine ne sono vittima nel mondo.

di Emanuela Citterio

Tre milioni di donne e di bambine sono vittime di mutilazioni genitali femminili. A fornire i dati è il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef) in occasione della Giornata mondiale di lotta contro le mutilazioni genitali femminili che si celebra oggi, martedì 6 febbraio.
“L’escissione costituisce una grave violazione dei diritti umani con pericolose conseguenze sul piano sanitario e psico-sociale: traumi, rischi d’infezione al virus Hiv, complicazioni ostetriche durante il parto, disturbi del comportamento e emorragie tali da provocare la morte”, sostiene l’Unicef.

Chiedendo nuovi sforzi contro le mutilazioni, il direttore esecutivo del Fondo delle Nazioni Unite per le popolazioni (Unfpa), Thoraya Ahmed Obaid, ha ricordato come “contrariamente a quanto si ritiene, le mutilazioni genitali femminili o l’escissione non sono una pratica richiesta da alcuna religione. Infatti ?ha ribadito Obaid ?molti capi religiosi di tutto il mondo hanno più volte chiesto per la cessazione di questa pratica”.

L’Unicef stima che circa 140 milioni di ragazze e donne nel mondo siano state sottoposte a questa usanza, molto diffusa in Africa, in alcune zone del Medio Oriente e anche tra alcune comunità di immigrati nel mondo. Finora 16 paesi africani hanno messo al bando tale pratica, sottolinea oggi l’agenzia Misna, mentre dal novembre 2005 è entrato in vigore il cosiddetto Protocollo di Maputo, che vieta e condanna in modo esplicito le mutilazioni femminili.

“Dovremmo riflettere sulla traumatica esperienza di donne e ragazze che sono state sottoposte all’atrocità della mutilazione genitale femminile”: ha scritto recentemente il presidente della Commissione dell’Unione Africana (Ua), l’ex-capo di stato del Mali Alpha Oumar Konaré. “C’è bisogno di mobilitare le nostre comunità, i leader religiosi e tradizionali, donne e uomini attraverso campagne di educazione e informazione per modificare la propria mentalità e coinvolgerli nella battaglia contro le mutilazioni”. Secondo Konaré questa pratica costituisce una “violazione dei diritti umani e della dignità” di donne e ragazze e per questo nella Carta continentale dei diritti e del benessere dei bambini vengono esplicitamente condannate alcune pratiche tradizionali, tra le quali le mutilazioni genitali femminili

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