Volontariato

Piccoli, frammentati e un po’ autistici

Giangi Milesi: sulla questione dei tagli direi che facciamo bene a flagellarci, perché l’Italia in realtà sta collezionando figuracce. È il fanalino di coda di tutto l’Occidente

di Redazione

Bisogna dare atto al direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo, Giuseppe Deodato di una grande attenzione alla comunicazione. La comunicazione può essere una chiave per uscire dalla crisi in cui ci troviamo come ong e bisogna ammettere che le ?sue? Giornate della Cooperazione italiana sono servite per aprire un dibattito, presentando a un pubblico ampio cosa fa l?Italia di buono ma mostrando anche i tagli nel settore. Sulla questione dei tagli direi che facciamo bene a flagellarci, perché l?Italia, paese che viene presentato con vanto come un grande donatore, in realtà sta collezionando figuracce. È il fanalino di coda di tutto l?Occidente rispetto al rapporto Aps/Pil e anche quelle che vengono considerate grandi operazioni di successo non sono veramente tali: sullo tsunami, per esempio, la Protezione civile ha vantato la raccolta di 45 milioni di euro ma la Charity Commission inglese ha raccolto in venti giorni dieci volte tanto, ovvero 360 milioni di sterline. C?è una cosa su cui Deodato ha pienamente ragione: la scarsa capacità delle ong di fare rete, il valorizzare poco il proprio lavoro, il loro essere piccole e frammentate, l?incapacità di incidere sulla società e, di conseguenza, sul sistema politico. Questa mancanza di dialogo fa sì che anche i progetti buoni non vengano conosciuti. Se ci si coordinasse di più si potrebbero fare cose più efficaci e importanti, partendo dalle esperienze positive che gli altri hanno già fatto per andare avanti, mentre noi – visto che ci parliamo poco – partiamo sempre da zero. Il Cesvi fa parte di Alliance 2015, un network con ong molto più grosse di noi ma che hanno, tutte, una grande considerazione per l?organizzazione che presiedo. Ciò accade perché è elevata la reputazione della cooperazione italiana che possiede caratteristiche tutte sue, quali l?innovazione, la creatività e la capacità di incontro e ?contaminazione?. Di questo sarebbe bene avere maggior consapevolezza e parlare di più. Tra l?altro siamo l?organizzazione ?project leader? del più grande parco naturale del mondo che si sta costruendo in Africa, tra Sudafrica, Zimbabwe e Mozambico, creando un ?parco della pace? transfrontaliero dove le comunità native troveranno una possibilità di sviluppo nella gestione delle risorse naturali. Non è un caso che il leader sia una ong italiana e che questo programma sia stato sostenuto finanziariamente, e ci auguriamo continui ad esserlo, dal ministero degli Esteri e dalla Direzione generale che Deodato dirige. Il mio auspicio per il futuro è che l?Italia giochi un ruolo di punta sul piano internazionale con l?industria, la diplomazia, ma anche con la cooperazione allo sviluppo, mettendola tra le priorità.


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