Volontariato

Quella grande voglia di legalit

Ali Baba Faye è responsabile Immigrazione per i Ds. Da 23 anni è in Italia. E il 9 aprile sarà anche candidato a Roma.

di Ettore Colombo

Ali Baba Faye è responsabile Immigrazione per i Ds. Da 23 anni è in Italia. E il 9 aprile sarà anche candidato a Roma. Senza speranza di essere eletto: «Purtroppo, nonostante l?impegno di Livia Turco, non ce l?abbiamo fatta. Siamo stati sconfitti. Partecipo ma senza chance». Vita: Che effetto le hanno fatto quelle file davanti alle poste? Ali Baba Faye: Mi sono detto la cosa più istintiva e più semplice: diamogli un?opportunità. è un?opportunità anche per lo Stato e per l?erario. Quelle code ci dicono che c?è una domanda di legalità, che ci sono 330mila persone irregolari in Italia, che lavorano nel sommerso e vivono tranquillamente nel nostro paese. E noi le lasciamo così? Una classe dirigente lungimirante a una domanda di legalità deve saper rispondere. Vita: E lei che cosa farebbe? Faye: Bisogna superare le finzioni e sapere che al di là dei percorsi diversificati, delle diverse professionalità e personalità il fatto è che ci sono 330mila persone che hanno un datore di lavoro pronto a regolarizzarli, che forse stanno lavorando in nero, e che hanno dato il loro nome e cognome. Quindi sono interessati a fare un percorso regolare: si tratta di una domanda di legalità, voglio sottolinearlo, 330mila domande di legalità. E lo Stato che vuole fare? Penso che la prossima maggioranza dovrà prendere atto della situazione e fare un gesto normalissimo per uno Stato, garante della legalità, di fronte a una domanda di legalità: non può certo dire di no. Vita: Ma lei se lo aspettava un numero di quel tipo? Faye: Sì, le nostre stime erano di 500mila irregolari mesi fa. Vita: Lei si è opposto alla Bossi-Fini. Ma questa legge ha portato quasi un milione di regolarizzazioni. Non è un paradosso? Faye: La Bossi-Fini in questo ha fatto bene. Peccato che abbia reso poi così difficile rimanere nella regolarità: se uno perde il lavoro e dopo sei mesi se non ne trova un altro, perde il permesso di soggiorno. Il problema è la precarietà sociale dell?immigrazione in Italia, che va superata con norme più snelle ed efficaci. è meglio avere persone che si sa come si chiamano, chi sono, da dove vengono. è un vantaggio anche dal punto di vista della sicurezza del sistema paese, non è che concedendogli il permesso di soggiorno all?immigrato si fa un favore.


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