Politica

Partiti a lezione dal non profit

Generare appartenenza. E creare legami di fiducia. Il terzo settore ha un know how da “vendere” alla politica. Ma... Di Alberto Masacci

di Redazione

L? appuntamento elettorale sta portando il mondo del non profit a porre all?attenzione del dibattito politico non solo specifiche istanze, ma la richiesta di un maggiore riconoscimento e di nuovi spazi di rappresentanza. Parallelamente, una questione strettamente legata a questo mondo, quella della forme di partecipazione della società civile alla politica, sta dimostrando tutta la sua rilevanza ai fini dello stesso risultato elettorale. Consideriamo quanto è calato negli ultimi anni il livello di consenso dell?opinione pubblica nei confronti dei partiti e come le scelte di appartenenza della società civile si sono discostate da questa dimensione verso la sfera della ?militanza? sociale. Questo richiede oggi ai soggetti politici uno sforzo per recuperare meccanismi di coinvolgimento diretto. In questo scenario anche il fund raising, non solo come raccolta di risorse economiche, ma come attività di people raising a sostegno della campagna elettorale, diventa un?opportunità per dar vita a nuove forme di partecipazione democratica. Non si tratta di adottarne un?accezione strumentale, quanto di vederlo come uno stimolo culturale verso modalità organizzative, comunicative e relazionali innovative nei confronti dei cittadini. Si apre quindi un nuovo capitolo sul tema delle risorse che dovrà generare un modo nuovo di fare politica, teso a recuperare la partecipazione e la fiducia perse in questi anni. Questo è il punto sul quale il non profit può far sentire la sua voce, in relazione alla sua capacità di attivare meccanismi di fiducia e trasparenza, generando appartenenza, sostegno e una vera e propria cultura della partecipazione che riguarda il 64% degli italiani che oggi donano al terzo settore. La sfida per la politica italiana è di trovare nel fund raising una forza di cambiamento orientata agli stessi modelli di trasparenza, reputazione, fiducia. Una prospettiva che riguarda tanto la raccolta fondi sistematica dei partiti che le campagne elettorali dei candidati. Se per tutti conterà il livello di professionalità, nelle sfide elettorali assumerà un ruolo sempre più importante la capacità di mettere in relazione elettori e candidato. La partecipazione non può essere separata dal territorio: questo è evidente nell?elezione di sindaci e governatori e dovrebbe valere anche nelle politiche, mentre di fatto è negato dall?attuale riforma elettorale dove la candidatura del collegio non è espressione del territorio. Questo è un limite: il fatto che saranno eletti politici che non sono né conosciuti né portati a conoscere i propri elettori agirà in senso contrario rispetto ai processi partecipativi di cui oggi avremmo bisogno. Per questo c?è da auspicare che questo sistema cambi e che questa sia una delle mosse del prossimo governo. Nel quadro di questo proporzionale, nell?ottica del fund raising politico, l?elettorato si trova da una parte ad essere sollecitato in maniera frammentata e dispersiva dal punto di vista delle risorse dalle singole forze politiche di uno stesso schieramento, dall?altro è privato dell?effettiva possibilità di condividere un legame fiduciario con il proprio candidato, con, in definitiva, un forte effetto penalizzante sull?aspetto che è alla base della raccolta fondi, quello della relazione.


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