Sostenibilità

Così si smascherano i tranelli della pubblicità

Dalle patatine Wacko’s imprudentemente paragonate a una mela, ai prodigi promessi ma non mantenuti delle creme per capelli de L’Oréal, passando per i tranelli delle offerte telefoniche...

di Carmen Morrone

Va bene la creatività, ma non esageriamo… Troppa fantasia può costare caro alle aziende che fanno pubblicità. Perché il messaggio contenuto nella réclame dev?essere sempre esauriente, veritiero, non reticente. Insomma, non ingannevole. A vigilare c?è l?Autorità garante della concorrenza e del mercato (meglio conosciuta come Antitrust), che raccoglie e vaglia le segnalazioni di cittadini e associazioni. Quelle del Movimento Consumatori nel 2006, per esempio, hanno tutte portato a una serie di ?condanne?.

L?ultima, in ordine di tempo: l?Autorità ha dichiarato ingannevole il messaggio pubblicitario presente nelle confezioni delle patatine Wacko?s multando la San Carlo gruppo alimentare spa per 50.100 euro. La vicenda era stata sollevata dall?Osservatorio sulla pubblicità ingannevole del Movimento Consumatori poiché sulle confezioni delle patatine compariva la scritta: «Cari genitori sapete che vostro figlio ha bisogno di almeno 2.500 calorie al giorno per affrontare con energia la scuola, i giochi, lo sport? Una confezione di Wacko?s gli fornisce importanti valori nutrizionali e tanta energia: 25 grammi di Wacko?s hanno addirittura lo stesso valore nutritivo di una mela di 100 grammi». Una trovata pubblicitaria che alla San Carlo è costata cara. Non solo dal punto di vista economico con la multa a quattro zeri, ma anche perché atteggiamenti di questo tipo incrinano il rapporto di fiducia verso il consumatore: il marchio San Carlo dal 1936 accompagna le merendine di generazioni. Le indicazioni contenute nella frase rivolta ai «Cari genitori» sono state giudicate non veritiere e fortemente ingannevoli. Innanzitutto sull?indicazione del fabbisogno energetico di bambini o di preadolescenti di 2.500 calorie al giorno che, fanno sapere dal Movimento Consumatori, in realtà è riconducibile a individui maschi di età compresa tra gli 8 e i 13 anni. In secondo luogo è stato ritenuto ingannevole il confronto tra la mela, salutare e poco calorica, e una confezione di patatine fritte Wacko?s. La decisione dell?Agcm ha pienamente soddisfatto Elena Rondinelli, responsabile dell?Osservatorio sulla pubblicità ingannevole: «È un provvedimento a tutela dei bambini che costituiscono la fascia di consumatori notoriamente più debole e indifesa. I bambini meritano maggior attenzione in particolare con riferimento ai messaggi che possono modificare le buone abitudini alimentari. Alcuni recenti studi purtroppo evidenziano la crescita dell?obesità infantile anche nel nostro Paese».

Giù la maschera

Ma le Wacko?s non sono un caso isolato. A dicembre l?Autorità aveva condannato la Pizzoli Spa a 36.100 euro di multa per un messaggio ingannevole. «70% di grassi in meno» campeggia sulle confezioni di Patasnella, patate stick surgelate pronte da cucinare. Gli esperti del Movimento Consumatori avevano dimostrato che Patasnella, essendo una patatina prefritta e successivamente surgelata, ha lo stesso apporto calorico delle patatine fresche e fritte. Quindi quel ?70 % di grassi in meno? è un messaggio fuorviante. Cuoche avvisate, famiglie salvate. «Anche questo caso dimostra l?importanza dell?Osservatorio sulla pubblicità ingannevole. Rinnoviamo l?invito ai cittadini di sottoporci casi di presunta ingannevolezza », dice Lorenzo Miozzi, presidente di MC.

Nel 2006 il Movimento Consumatori ha vinto la sua battaglia contro la Wyeth Consumer Healthcare, produttrice di Multicentrum e di Multicentrum select+50, due integratori multivitaminici. L?azienda è stata condanna dal Garante a 36.100 euro di multa. Il motivo? I due prodotti sono stati reclamizzati come protettori della vista per la presenza di luteina. «Affermazioni pubblicitarie ingannevoli poiché ad oggi non esiste nel mondo scientifico certezza di proprietà curative della luteina», si legge nel provvedimento dell?Autorità. A maggio era stata invece la volta delle creme per capelli Garnier fructis e Hydra Liss. L?Oréal, proprietaria dei marchi, è stata condannata a pagare 19.100 euro per aver reclamizzato effetti nutritivi e liscianti dei due prodotti che, invece, non si conseguivano. Il 2006 è stato anche l?anno delle offerte telefoniche più disparate. Ricordate Teleconomy? Lo spot, trasmesso dalla Rai, lasciava intendere la possibilità di effettuare chiamate telefoniche illimitate ad un prezzo mensile di 15 euro. In realtà era un?offerta per un determinato arco di tempo e con diverse limitazioni, fra cui quella che restringeva la possibilità alle chiamate da rete fissa Telecom. Per questo motivo l?Autorità garante ha sanzionato Telecom con 24.100 euro. Meglio era andata alla On Air Wireless Network condannata a soli 3.100 euro ma obbligata a cambiare sul sito la scrittura grafica del numero telefonico del servizio clienti, che si presentava come un numero verde, ma che in realtà era un normale numero telefonico e quindi non gratuito.


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