Famiglia

Caro Gentiloni, questa è una Rai da burosauri

È difficile immaginare che la Rai possa peggiorare. E invece la realtà supera la fantasia, come spesso accade...

di Franco Bomprezzi

È difficile immaginare che la Rai possa peggiorare. E invece la realtà supera la fantasia, come spesso accade. Sono uno degli autori del Codice etico linguistico sulla disabilità, voluto dal segretariato sociale Rai qualche anno fa, proprio per cambiare i linguaggi, ma anche i contenuti, della produzione radiotelevisiva pubblica, partendo dal concetto di fondo, che le persone con disabilità sono cittadini come gli altri, e interagiscono alla pari, come tutti dovrebbero. Oggi mi accorgo che un ministro che si richiama a un fiore delicato come la Margherita, e che si chiama Gentiloni, ci conduce, francamente, indietro di alcuni anni, utilizzando a ritroso la macchina del tempo. Provo una sensazione di spossatezza. Come tutti coloro che hanno ormai i capelli imbiancati e non possono fare a meno di utilizzare la memoria come metro di paragone delle parole e dei princìpi. Ho letto il contratto di servizio della Rai nella versione che piace al ministro floreale, e ho trovato quel vecchio lessico da burosauri che caccia i cittadini dalla porta, e non li fa affacciare neppure alla finestra. La composizione degli organi di verifica dell?applicazione del contratto sembra scritta dal buon Cencelli, ed è tutta e soltanto politica di partito. Come possiamo immaginare il salto verso un futuro multimediale, interattivo, curioso, divulgativo, articolato per qualità di offerta, se il punto di partenza è questo? è mai possibile che un ministro sicuramente intelligente non si accorga che la società civile in questo Paese è maturata al punto da esprimere competenze reali, saperi importanti, idee originali e utili? Nessuno vuole togliere autonomia a chi produce i programmi o li realizza. Ma qui stiamo parlando della Rai, di un servizio pubblico pagato dai cittadini. Gentiloni, per favore?per favore?

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