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Milano, vietato pregare a scuola

Caro direttore, a proposito di laicismo, tolleranza e libertà, desidero raccontare quanto è appena successo in un istituto superiore di Milano...

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, a proposito di laicismo, tolleranza e libertà, desidero raccontare quanto è appena successo in un istituto superiore di Milano dove il Collegio dei docenti ha espresso parere sfavorevole riguardo la proposta dei rappresentanti degli studenti al Consiglio d?istituto e alla Consulta provinciale di recitare la preghiera dell?Angelus tre volte la settimana, durante l?intervallo, all?interno della scuola. Il che equivale alla richiesta di sostare in un luogo qualsiasi dell?edificio per circa 8 minuti alla settimana in un gruppo di persone che a stento si immagina possa raggiungere le 10 unità. Nonostante l?intervento ragionevole e pacato di diversi colleghi, tra cui quello del dirigente scolastico, a favore della richiesta degli studenti, il Collegio ha percepito in tale proposta una grave minaccia alla libertà delle persone e alla laicità della scuola votando contro, a larga maggioranza. Premesso che il problema sta all?origine, nel senso che non solo tale richiesta non costituisce materia da deliberare in Collegio docenti, ma nemmeno necessita dell?autorizzazione di alcuno, essendo la possibilità di esprimere pubblicamente la propria fede religiosa, anche attraverso gesti comunitari, ampiamente tutelata dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato italiano, il fatto, direi, si commenta da solo. Silvia Colombo, Milano Carissima Silvia, l?idea di base della secolarizzazione è che la religione deve essere confinata alla sfera del privato, non deve cioè contaminare la sfera del pubblico, che deve essere governata dai soli processi di razionalizzazione. Il principio di laicità, che discende da una posizione del genere, dice che lo Stato deve adoperarsi, con gli strumenti a sua disposizione, affinché tale contagio non abbia a materializzarsi. Questa idea di laicità è oggi in crisi irreversibile, dal momento che essa non è più in grado di far presa sulla realtà, vale a dire di dare risposte credibili a interrogativi del tipo: quale ha da essere il rapporto tra etica e economia; tra valori fondamentali e diritto; quali risposte dare alle sfide della multiculturalità: come possono soggetti portatori di concezioni di vita assai distanti tra loro vivere in una società politica unitaria; quali sono gli elementi comuni delle diverse matrici culturali presenti in uno stesso paese che devono entrare nella cosiddetta ?ragione pubblica?. Ebbene, è quando ci si pone di fronte a domande del genere che le persone intellettualmente oneste comprendono che la secolarizzazione, e la nozione di laicità che essa fondava, sono ormai divenute obsolete, superate. Sono talmente obsolete che si è inventato persino un partito, la Rosa nel pugno, per soccorrerle. Cos?è, infatti, la sfera pubblica? è l?insieme di attività umane in cui esprimono e si confrontano i valori fondamentali dell?umano, quei valori cioè che interessano ogni uomo in quanto tale, tra cui un?attività squisitamente e da sempre umana, la più umana delle attività umane: la preghiera. Il mio consiglio? Fregatevene del Consiglio dei docenti.


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