Non profit

A corto di soldi e (soprattutto) di strategie

Dal 1993 le risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo sono costantemente diminuite. Oggi sono meno di un terzo di quelle degli altri paesi europei.

di Redazione

La cooperazione italiana manca di visione complessiva e di strategia a lungo termine, sembra piuttosto un collage di iniziative frammentate: sta morendo la politica pubblica di cooperazione concreta, fatta di politiche, di interventi, di progetti. Il tutto aggravato da una diminuzione di risorse, ormai costante dal 1993 ad oggi, che ha portato il Paese dal quarto all?ultimo posto nella classifica dei paesi donatori. Ciò si traduce in impegni internazionali non rispettati e nella paralisi della Direzione generale della cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari esteri. È impietosa l?analisi del WWF sulle politiche italiane di cooperazione internazionale e gli aiuti allo sviluppo. «Fondamentalmente», si legge nel documento predisposto dall?associazione nell?ambito del lavoro fatto insieme al Cini (Coordinamento italiano network internazionali) e alla campagna Sbilanciamoci e rivolto ai candidati alla prossime elezioni (vedi articolo sotto), «manca la volontà politica a sostegno delle politica pubblica di cooperazione. Il governo ha la responsabilità di proporre ogni anno finanziarie che riducono le risorse alla cooperazione, di non voler riformare la legge 49/87, di non voler far funzionare la Dgcs del ministero degli Affari esteri, di non tenere alcun conto degli impegni internazionali, che siano la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio o la cancellazione del debito ai paesi poveri. In altri paesi esiste un ministro per la cooperazione, in Italia nemmeno un sottosegretario». L?analisi del WWF sottolinea come la nostra spesa sia meno di un terzo di quella di Germania, Francia e Gran Bretagna. L?Italia stanzia appena lo 0,15% del Pil mentre la Spagna ha raddoppiato gli aiuti, la Francia è arrivata allo 0,34%, la Gran Bretagna si è data l?obiettivo dello 0,47% entro il 2007. Di Lucio Biancatelli e Laura Ciacci responsabile cooperazione allo sviluppo WWF

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