Cultura

Sei milioni di case senza famiglia

Nel Nord Italia non sono occupate il 19% delle abitazioni, al Centro il 20%, al Sud crescono fino al 34%. Lo dice un rapporto del Cecodhas

di Daniele Biella

Le case vuote in Italia sono almeno sei milioni. Una cifra impressionante, se si considera che rappresentano il 24% del totale. Nel Nord Italia non sono occupate il 19% delle abitazioni, al Centro il 20%, al Sud crescono fino al 34%. Lo dice un rapporto del Cecodhas, il comitato europeo di coordinamento per l?abitazione sociale, che ha rielaborato i dati del censimento 2001. «Con questi dati bisogna andare cauti», spiega Angelo Grasso, presidente del Cecodhas. L?Italia è il paese con più seconde case a uso turistico. «Ma resta il fatto che in cinque anni poco sia cambiato, siamo al doppio della percentuale europea, che è l?11,8%». Seconda all?Italia, distante, è la Spagna, con il 13,9% di alloggi vuoti. Segue la Francia, al 6,8%. «Gli sfitti nel nostro paese sono per circa il 90% in mano a privati. Da una parte non li affittano per mera speculazione edilizia», prosegue Grasso, «dall?altra, e qui bisogna essere obiettivi, perché hanno paura di non potersi più riprendere la casa una volta scaduto l?affitto. In Italia oggi più che mai servono nuove politiche abitative», conclude il presidente Cecodhas. Per contrastare il fenomeno delle case sfitte il governo di centrosinistra aveva fatto una legge, la 431/98, che prevedeva un fondo di garanzia per i Comuni nell?affittare a terzi le case sfitte dei privati dando a questi una serie di benefici. «Ma i fondi sono venuti a mancare presto, cosi come la volontà politica», dice Guido Piran, segretario generale del Sicet. Alla vigilia delle elezioni, la proposta della Casa della Libertà è di vendere un milione di case popolari agli inquilini per poi finanziare mutui agevolati, mentre l?Unione prevede l?aumento degli sconti fiscali per i proprietari, nell?ottica di rendere più accessibili i canoni d?affitto. «La prima è irrealistica, la seconda non va molto più in là della 431/98», commenta Piran.


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