Cultura

Più giovani e più pensiero ecco le Acli che vorrei.

Il nuovo numero uno della grande associazione parla a briglie sciolte: «Dobbiamo rendere chiaro a tutti il progetto di società che abbiamo».

di Ettore Colombo

Look casual, modi affabili e carattere mite, il nuovo presidente delle Acli, Andrea Olivero lo potremmo definire un ?giovane pensoso?. Che non vuol dire né serioso né noioso ma conscio della difficoltà dell?impegno che va ad assumere. Una scelta di continuità, quella compiuta dalle Acli (Olivero è il ?pupillo? di Bobba) ma anche di innovazione: «Puntare su un giovane è una scelta impegnativa», dice Olivero, «ma la sfida non mi spaventa: l?associazione è viva e vitale, ma non vuole solo idee giovani ma anche giovani che portino idee», ci dice. Vita: Quali le sfide principali che attendono lei e le Acli, presidente? Andrea Olivero: Una sfida interna, innanzitutto. La nostra organizzazione, grazie al lavoro di Bobba, è cresciuta molto, ha ampliato i confini della sua azione sociale, ha detto parole nuove anche nell?ambito della storica riflessione aclista. Dalla flessibilità sostenibile alla formazione continua, dall?accesso al credito per entrare nel mondo del lavoro a una concezione di welfare non difensivo ma attivo, non è stato facile nemmeno per gli aclisti accettare ed elaborare termini e sfide nuove. Ora si tratta di far diventare queste idee seminate patrimonio comune di tutte le Acli. I nostri dirigenti territoriali devono ?avere a cuore? questi allargamenti dei confini e aiutarci a rinnovare nel profondo le Acli. Perché un?associazione ha significato in quanto produce pensiero, azione sociale e risposte concrete ai bisogni delle persone. Vita: Cosa c?è da migliorare? Olivero: Per esempio, abbiamo 6mila punti Acli, tra circoli, centri di servizio, patronati, eccetera. Ma facciamo a volte solo servizi o o aggregazione sociale, invece ci dobbiamo connotare come un?associazione che ha una proposta chiara, un progetto di società. Perché qui è il nostro valore aggiunto. Vita: Vita e famiglia le nuove frontiere. Pace e globalizzazione si sono appannate? Olivero: Nient?affatto. In questi anni abbiamo solo seguito altre strade, più concrete. In questi anni, gli ambienti del mondo pacifista da cui provengo hanno però cessato di produrre pensiero capace di trasformarsi in proposta politica e sono diventati solo luoghi di testimonianza, a volte anche solo faziosa. Le Acli devono continuare a fare da ponte tra le tradizionali associazioni cattoliche e l?associazionismo di frontiera, che vuol dire anche movimenti no global e pacifisti, ma chiedendo il rispetto rigoroso delle regole della non violenza e del pacifismo. Vita: Il rapporto con la politica e la difesa dell?autonomia: problemi, con Bobba candidato? Olivero: La candidatura di un presidente nazionale porta sempre a un di più di riflessione e a sottolineare con forza la nostra autonomia ma la storia dell?uscita dei nostri presidenti è, sotto questo profilo, quasi monotona e non ci ha mai spaventato. Piuttosto non sempre il mondo politico è stato generoso nei confronti dei leader aclisti, cioè verso chi impersona un metodo non aggressivo di fare politica. Penso a Giovanni Bianchi e non solo. In ogni caso la nostra autonomia sarà tanto più forte se continueremo a saper esporre punti di vista compiuti. Tutt?al più rischiamo il collateralismo delle idee, ma quello non ci spaventa: è importante condividere progetti propri con chi vuole starci, forze politiche comprese. L?autonomia, dunque, sta e starà sempre di più nella capacità di saper fare proposte. Vita: Parliamo di terzo settore. Nuove leggi, ruolo del Forum: tutto bene o c?è qualcosa da rivedere? Olivero: In questi anni abbiamo vissuto un passaggio nuovo e cruciale, per questo mondo. La nascita e il consolidamento del Forum in questo è stato fondamentale. Ora ci sono da chiarire certi aspetti della rappresentanza, come il rapporto interno tra grandi e piccole organizzazioni, e le modalità di assunzione delle delibere. I due portavoce, espressione di culture e sensibilità diverse, vanno bene ma non per forza tutti gli incarichi vanno disciplinati con questa logica affinché il Forum diventi davvero un luogo di condivisione e non solo di mediazione. Per quanto riguarda la legislazione, che è stata molto corposa in questi anni, il lavoro del Forum e di giornali come Vita è stato decisivo: ora serve un lavoro di riordino. Per noi il 5xmille è una buona idea, come anche la +Dai -Versi. Ora c?è bisogno di regole chiare per i soggetti che hanno diritto a godere della generosità dei cittadini: il problema della trasparenza c?è e l?assenza di un?autorità di controllo anche. Vita: Chiudiamo con una riflessione sulla stagione dei movimenti cattolici. Proseguirà? Olivero: Quando ha accettato la candidatura ho detto che «ciò che c?è di cristiano nei cristiani è Cristo». Altrimenti si entra in una logica teo-con, quella di un cristianesimo ridotto solo a tradizione e cultura. L?esperienza più interessante di Retinopera è invece proprio la contaminazione: le Acli hanno proclamato la vita nuova frontiera della questione sociale e altri movimenti – penso ai Focolarini – hanno scoperto le questioni più tipicamente sociali. Solo un cattolicesimo maturo e che produce pensiero è capace di esercitare in pieno ?il rischio? dell?autonomia laicale. Se si è fragili nell?elaborazione, allora sì che non resta altro da fare che aggrapparsi ai propri vescovi, alle gerarchie. Iscritti: più 23%in cinque anni Classe 1970, quindi 36 anni, insegnante, nativo di Cuneo, sposato, già con prole, Andrea Olivero è il nuovo presidente delle Acli dopo le dimissioni di Gigi Bobba, candidato alle elezioni politiche con la Margherita. È stato vicepresidente nazionale con delega al welfare e alle politiche sociali dal 2004, prima ancora presidente provinciale delle Acli di Cuneo e presidente di Enaip Piemonte, il principale ente formativo della regione. Le Acli hanno anche già composto la squadra che affiancherà Olivero e che sarà formata dai tre vicepresidenti Camillo Monti, Natalino Stringhini e Michele Rizzi e da una presidenza che, con loro tre, vedrà le presenze di Lanfranco Norcini Pala, Paola Vacchina, Vittoria Boni, Alfredo Cucciniello, Maria Grazia Fasoli e Luca Jahier, oltre che del riconfermato segretario generale dell?associazione, Vincenzo Menna. Gli iscritti sono 870mila. Erano 700mila nel 2000: l?incremento in cinque anni è stato del 23%.


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