Welfare

Diritti umani: oggi l’Onu vota il nuovo Consiglio

Il nuovo organismo, previsto dalla riforma voluta da Kofi Annan, dovrebbe sostituire la Commissione.

di Chiara Brusini

Oggi è la giornata decisiva: l’Assemblea generale dell’Onu è riunita per decidere la sorte del nuovo Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, che dovrebbe sostituire la screditata Commissione. I negoziati al Palazzo di Vetro sono ancora in corso, ma dagli Stati Uniti, il cui ambasciatore all’Onu John Bolton aveva espresso l’intenzione di votare contro, sarebbe arrivata un’apertura. Secondo il ”Washington Post”, il segretario di Stato americano Condoleezza Rice e il suo sottosegretario responsabile per le organizzazioni internazionali, Nicholas Burns, hanno telefonato al segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, e al presidente dell’Assemblea, Jan Eliasson, per rassicurarli che Washington si opporra’ “formalmente” alla creazione del Consiglio cosi’ com’e’ stato previsto, ma sosterra’ comunque il suo lavoro. ”Abbiamo standard molto alti per i diritti umani alle Nazioni Unite – ha spiegato Burns al quotidiano – e non sosterremo la proposta perche’ la nuova istituzione non rispetta questi standard. Ma vogliamo anche che l’Onu abbia successo e speriamo che il Consiglio per i diritti umani sia rafforzato in futuro in modo da poter efficacemente trattare i problemi del mondo reale, come il Darfur e la Birmania”. La bozza di compromesso che viene presentata oggi all’Assemblea generale prevede la creazione di un Consiglio composto da 47 Paesi (ben piu’ della trentina proposti da Annan nel suo rapporto presentato nel marzo dello scorso anno e solo pochi di meno dei 53 attuali) che dovrebbero essere votati dall’Assemblea a maggioranza semplice. Gli Usa hanno chiesto con forza una maggioranza dei due terzi, soprattutto con l’obiettivo di evitare situazioni imbarazzanti come quelle verificatesi nell’attuale Commissione, in cui ora siedono paesi duramente criticati per la loro condotta relativa ai diritti umani come Sudan, Nepal e Arabia Saudita. Ma riaprire i negoziati, come sollecitato nei giorni scorsi dall’ambasciatore americano all’Onu John Bolton – ‘falco’ dell’amministrazione difeso a sorpresa in questa battaglia dal ”New York Times”, che non è mai stato tenero nei suoi confronti – significherebbe far fallire definitivamente il progetto. Esito paventato anche da molte Ong americane, tra cui Amnesty International e Human Rights Watch, che il 23 febbraio hanno scritto al Segretario di Stato Condoleeza Rice chiedendo che gli Usa appoggiassero la bozza, che pur carente per molti aspetti “rappresenta un passo concreto nella giusta direzione”.


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