Economia

Sicilia: intimidazioni a coop che gestice terreni confiscati alla mafia

"La nostra attività da fastidio", ha detto il presidente Calogero Parisi

di Francesco Agresti

Un cane strangolato con una corda e abbandonato all’ingresso dei capannoni e settanta piante distrutte. E’ questa la scena che i ragazzi della cooperativa ‘Lavoro e non Solo’ dell’Arci, di Canicattì, in provincia di Agrigento, hanno trovato davanti ai loro occhi ieri mattina. “Non è la prima volta”, ha raccontato Calogero Parisi, presidente della cooperativa, “che qualcuno si introduce di notte nei nostri terreni commettendo atti di vandalismo. E’ chiaro che la nostra attività dà fastidio”. La coop, che aderisce a ‘Libera’, gestisce 19 ettari di terreno confiscati alla mafia, e proprio ieri dovevano essere piantati i paletti del nuovo vigneto. “Il gesto intimidatorio è il segnale che bisogna mantenere alta la guardia e che occorre, senza tentennamenti, continuare, ancor più speditamente, sulla strada dell’aggressione ai patrimoni confiscati ai mafiosi per la loro riutilizzazione attraverso le cooperative sociali”, ha detto Giuseppe Lumia, capogruppo Ds in commissione nazionale antimafia.


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