Ma sono più discutibili i filantropi di casa nostra

Potrebbe diventare il più grande investitore socialmente responsabile del pianeta, con un capitale stimato in 65 miliardi di dollari (circa 50 miliardi di euro). Solo per avere un?idea, tutti i fondi socialmente responsabili destinati alla clientela privata in Europa nel 2006 raccoglievano circa 34 miliardi di euro.

Sarebbe quindi l?ennesimo primato di Bill Gates, che evidentemente già qualche soddisfazione l?ha avuta. Ma non è così semplice la vita dello speculatore pentito.

Ci sono almeno due problemi. Occorre convincersi che, nel medio-lungo periodo, non ci sono differenze significative in termini di performance e rischio di un portafoglio socialmente responsabile rispetto a uno tradizionale. Al contrario, come alcune ricerche dimostrano, il portafoglio etico può offrire qualche opportunità in più. Il secondo problema è di natura invece politica. Il signor Gates e sua moglie hanno molteplici interessi e amici nel mondo. Basti pensare che Warren Buffett, il guru della finanza americana, ha consegnato alla fondazione dei Gates un piccolo argent de poche: 31 miliardi di dollari. La Berkshire Hataway di Buffett, investe in tutti i settori, comprese imprese non proprio immacolate. Immaginate ora la reazione del decano della finanza americana se la fondazione, che egli ha sostenuto, evitasse gli investimenti cui partecipa la Berkshire Hataway.

Occorre però mantenere alta l?attenzione per evitare che una questione così importante finisca nell?oblìo. Dall?oblìo non sono invece mai uscite le questioni che riguardano le fondazioni ex bancarie del nostro Paese. Fondazione Cariplo, Monte Paschi e Compagnia di San Paolo fanno quasi una Fondazione Gates. Come la Gates, hanno obiettivi sociali e l?interesse ad accrescere il capitale. Altre 80 fondazioni hanno dotazioni di tutto rispetto. Tra tutte, solo la Compagnia di San Paolo ha fatto un passo deciso nella direzione dell?investimento responsabile. La Cariplo è ferma ormai da anni a un investimento marginale secondo criteri socialmente responsabili. Cosa aspettano le altre?