Famiglia

Libano: i tempi della politica e i tempi della guerra

Mentre a Parigi i donatori internazionali si incontrano per l'ennesima volta (ricordate Stoccolma 2006?) per fare le loro promesse, a Beirut si continua a morire...

di Paolo Manzo

Almeno un ragazzo è morto e una trentina sono rimasti feriti in violenti scontri scoppiati oggi all’università araba di Beirut fra studenti pro e contro il governo di Fouad Siniora.

Secondo la televisione di Hezbollah, al Manar, l’ucciso apparteneva all’opposizione ed è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla testa.

Gli scontri fra studenti dell’opposizione filosiriana guidata da Hezbollah, e di quella antisiriana fedele al governo sono iniziati con botte e lanci di pietre.

L’esercito è giunto sul posto e ha isolato l’area nel tentativo di bloccare la violenza.

Truppe munite di mezzi blindati si sono diretti verso l’area, dalla quale s’innalzano colonne di fumo di auto date alle fiamme.

Gli scontri avvengono due giorni dopo la protesta organizzata dall’opposizione che ha bloccato le principali arterie del paese lasciando cinque morti sul terreno, e mentre a Parigi è in corso la conferenza dei donatori per il Libano.

Appelli alla calma sono giunti dai leader politici dei due campi. Saad Hariri, leader della maggioranza antisiriana in Parlamento e figlio del leader assassinato, ha esortato i suoi sostenitori ad esercitare ”autocontrollo”, aggiungendo che la violenza “è un modo di sabotare la conferenza dei donatori per il Libano in corso a Parigi”.

I leader dei movimenti sciiti filosiriani Amal e Hezbollah hanno inviato i loro seguaci ad abbandonare ”immediatamente” gli scontri.

La situazione a Beirut, per ora, resta tesissima.

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