Formazione

Scuola: le famiglie la vogliono partecipata

Primo rapporto nazionale sullo stato dell’educazione: per 4 genitori su 10 il difetto principale della scuola italiana sono gli insegnanti poco qualificati ...

di Chiara Sirna

È stato presentato il primo Rapporto nazionale sullo stato dell?educazione in Italia. L?indagine, condotta dalla Fondazione per la Sussidiarietà su un campione di 3.200 intervistati: famiglie, istituzioni e imprese), ha indagato la conoscenza della sussidiarietà in relazione a educazione e scuola. Risultato? I genitori sognano un sistema misto.

Il 61% delle famiglie considera l?educazione la prima emergenza nazionale. E già questo è un dato che fa riflettere. Ma non basta: le famiglie italiane vorrebbero la scuola molto diversa rispetto a com?è oggi, senza cedere alla deriva statalista o, al contrario, alla privatizzazione in toto. In una parola: vorrebbero una scuola all?insegna della sussidiarietà, retta su un sistema misto, pubblico-privato, in grado di rispondere a un modello più flessibile da un lato, ma allo stesso tempo più radicato nelle esigenza professionali e formative dei ragazzi.

Alla domanda «quale scuola vorreste?», il 56% delle 1.616 famiglie intervistate ha optato per un sistema misto, in cui non solo Stato e il privato facciano la propria parte, ma anche gli attori intermedi, «forse non istituzionalizzati al stesso modo», ma in grado di dare il proprio apporto qualitativo. Dunque la società civile, il volontariato e il terzo settore potrebbero diventare protagonisti del nostro sistema educativo. Lo dimostrano altri dati: tra gli elementi chiave per una scuola di qualità, il 55,1% delle famiglie, corrispondenti complessivamente al 67% del campione di intervistati, pone la preparazione e capacità degli insegnanti. Il 22,3% anche il contesto socio-culturale di riferimento e il 15,4% la presenza delle famiglie. Tutti elementi dai quali emerge la preferenza per un modello organizzativo più improntato sulla sussidiarietà che non sull?esclusività della gestione. Nelle scelte educative, tra «cammino personale e indipendente» e «partecipazione a un gruppo-comunità», le famiglie promuovono a pieni voti la seconda ipotesi (77,7%, contro un risicato 21,3% a favore del percorso individuale). Il tutto ovviamente accompagnato dalla presenza di un maestro-guida (per l?88,7% degli intervistati).

A sorpresa poi solo il 6,7% delle famiglie interpellate identifica nelle risorse economiche un elemento chiave per lo sviluppo della qualità scolastica. E ancora, a quali funzioni dovrebbe rispondere la scuola? Per l?81,8% delle famiglie dovrebbe avere il compito non solo di istruire – fornire dunque conoscenze e nozioni -, ma anche di educare in senso lato, e solo per il 13% degli intervistati quello di preparare al lavoro. Tra gli elementi centrali del progetto educativo sono citati in particolare: fornire conoscenze specialistiche (55,6%), aiutare nella formazione dei valori (20,2%), educare ai problemi sociali ed economici (11,4%) e dare conoscenze di base (11,6%).

Poco entusiasmanti sono invece i giudizi espressi sul presente. Il 42,9% delle famiglie vede nella scarsa preparazione degli insegnanti il difetto principale della scuola. Solo il 4,4% si dice assolutamente soddisfatto, il 21,5% in gran parte, il 40,8% soddisfatto, ma con grandi insufficienze, il 17,4% in minima parte, il 15,2% addirittura in nessun modo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA