Sostenibilità

La cimice, il passero, le farfalle…

Ecco il nostro scrigno (nascosto) di biodiversità: dalla salamandrina dagli occhiali al camoscio d’Abruzzo, l’Italia ha una meravigliosa biodiversità animale ...

di Fulco Pratesi

Una bella cimice con la maglia rossonera del Milan che si trova sui fiori delle ombrellifere? È il Graphosoma italicum, tipico del nostro Paese. Un passero dal vertice rosso ruggine che vive solo da noi? È il passero d?Italia (Passer domesticus Italiae). Una anfibio piccolino con il sotto della coda rosso corallo? È la salamandrina dagli occhiali, anch?essa endemica, cioè esclusiva, dell?Italia peninsulare.

Ma poi le bellissime farfalle come il Papilio hospiton, che vive solo in Sardegna, l?Anthocaris damone con le ali gialle e arancione endemica della Sicilia, la bramea europea (Acanthobrahmaea europea) che, in tutto il mondo, si può osservare solo in una piccola foresta del Vulture in Basilicata.

Oppure, negli anfibi, il tritone sardo (Euproctus platycephalus) il geotritone sardo (Hydromantes genei), confinati in Sardegna, e il tritone italiano (Triturus italicus) del nostro Meridione? E tra i rettili, la lucertola azzurra dei Faraglioni di Capri, o quella di Bedriaga (Lacerta bedriagae) esclusiva di Corsica e Sardegna. Per non parlare dei pesci d?acqua dolce, spesso dimenticati: 22 le specie o sottospecie che vivono solo da noi, come potete leggere a pagina 10. E poi lo stupendo camoscio d?Abruzzo, unico al mondo, l?orso marsicano, discendente dall?orso delle caverne, l?istrice, che, in tutta Europa, è presente solo da noi.

Insomma l?Italia – nonostante la sua densa popolazione poco o nulla interessata alle cose della natura e men che meno degli animali – così come può vantarsi di conservare il più grande patrimonio culturale di tutto il mondo, non è da meno, rispetto a tutte le nazioni consorelle d?Europa, in fatto di biodiversità animale. Il Paese ha una buffa conformazione, con la testa nell?Artico delle Alpi e i piedi nell?Africa delle isole siciliane, e quindi ha ricchezza di ecosistemi diversi che vanno dai laghi vulcanici alle piccole isole, dai ghiacciai alle steppe predesertiche, dai lariceti alpini ai palmeti siculi e sardi.

Insomma, questo Paese additato dai superciliosi vicini del Nord Europa come popolato da massacratori di uccellini, ha salvato, all?Europa, specie importanti come ad esempio il lupo italico, lo stambecco e tante altre.

Certo, molto è stato fatto grazie all?azione martellante delle associazioni ambientaliste, il WWF in primo luogo. Ma ora occorre, in armonia con gli impegni presi nella Convenzione della biodiversità sottoscritta a Rio de Janeiro nel 1992, darsi da fare per ottenere una nuova legge che, finalmente, metta al riparo dal pericolo di estinzione tante specie maggiori e minori, togliendo, ad esempio, dall?elenco degli animali cacciabili la pernice bianca e il gallo forcello, tutelando in maniera generale tutti gli organismi animali, terrestri o acquatici, che non abbiano un interesse economico (come le stelle marine e le farfalle, i coleotteri e le lucertole, i serpenti e le arvicole delle nevi, i rospi e gli squali).

Una sfida per tentare di arrivare al 2010 con l?orgoglio di non aver perso neppure una specie della nostra meravigliosa biodiversità animale.


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