Welfare

Droga. Cosa serve davvero

«Tante polemiche, ma in questo campo nessuno valuta mai per davvero l’impatto delle leggi», accusa Danilo Ballotta dell’Osservatorio di Lisbona.

di Redazione

Mentre l?Italia si scanna grammo dopo grammo sulle tabelle relative alla nuova legge sulla droga, dall?Europa arriva un richiamo che fa piazza pulita delle polemiche: «Si continuano a fare leggi, ma in nessun paese del continente esiste una valutazione dell?efficacia effettiva delle varie legislazioni sulle sostanze». Buio assoluto. E ancora. Il passaggio da un sistema basato su più tabelle come quello in vigore dal 1990 ad un?unica classificazione, di fatto un colpo di spugna che consegna alla storia la distinzione fra droghe pesanti e droghe leggere, avrà infatti effetti «minimi» e «tutti da dimostrare» sia sul contenimento del consumo sia sulla lotta allo spaccio. Con buona pace di chi sostiene, da destra, le potenzialità taumaturgiche dello stralcio Giovanardi e di chi, da sinistra, pronostica un Titanic dell?intero sistema. È questa la diagnosi che affida a Vita Danilo Ballotta, 39 anni, messinese, da otto anni membro dell?Osservatorio europeo sulle droghe di Lisbona (Emcdda – European Monitoring Centre for Drug e Drug Addition), dove si occupa di «analisi comparata delle politiche antidroga dei paesi della Ue». Un?attività che già nell?aprile del 2003 ha prodotto The Role of the quantity in the prosecution of drug offences, una preziosissima bussola per orientarsi sulle tendenze legali in atto nel resto del continente e uno strumento necessario per pesare le novità della legge italiana. Vita: Subito una curiosità. Siete stati chiamati da Roma a dare un?indicazione sulla compilazione delle tabelle? Danilo Ballotta: No, evidentemente non è piacevole aprire la porta a pareri che potrebbero apparire seccanti. Vita: Maggioranza e opposizione vi tirano entrambe per la giacchetta. I primi sostengono che la nuova legge ci pone in linea con l?Europa; gli altri contestano che sarà solo il governo Prodi ha rimetterci nel solco di Bruxelles. Chi mente? Ballotta: Chiariamo subito. In questo campo l?Europa ha poco da comandare agli Stati membri. Non è la politica agricola, non sono i trasporti, in questo campo ognuno fa quello che vuole. Bruxelles ha qualche competenza, poche per la verità, unicamente in materia sanitaria. Detto questo esistono dei principi generali che i governi dovrebbero recepire in base al piano d?azione comunitario 2005/2008 sottoscritto l?anno passato. Il principio fondamentale è quello dell?approccio equilibrato: a misure di riduzione dell?offerta devono equivalere uguali misure nella riduzione della domanda. In altri termini, l?intervento della polizia deve essere accompagnato da un uguale impegno sulla prevenzione, sul trattamento e sulla riduzione del danno e allo sviluppo di alternative alla prigione per i tossicodipendenti che commettono reati. Vita: Tabella unica o più tabelle. Qual è il panorama a livello europeo? Ballotta: Considerando i 15 paesi preallargamento, sette distinguono le pene in base alla natura della droga e otto, compresa l?Italia, si basano invece su tabelle uniche. Vita: La scelta di Roma quindi ha spostato il pendolo in favore di legislazioni più restrittive? Ballotta: Sì, ma con questo non si può identificare un trend europeo. La Gran Bretagna infatti appena l?anno scorso ha ridotto le sanzioni per i consumatori di cannabis. Vita: La fine della distinzione fra droghe pesanti e droghe leggere quali conseguenze positive comporta sul controllo del mercato? Ballotta: Nessuno può rispondere con certezza a questa domanda. Non esiste un paese europeo dove sia stato studiato l?impatto di una legislazione sulla pratica quotidiana di consumatori e trafficanti. I governi si limitano a fare e disfare leggi, come se la sola esistenza di una norma fosse di per sé un elemento di successo. Dal dopoguerra in poi, in oltre 40 anni di studi nessuno è riuscito a provare scientificamente che a una legge più o meno ristrettiva equivalga una variazione nelle scelte dei consumatori. A San Francisco e ad Amsterdam, dove sono in vigore legislazioni opposte, si registrano standard di consumo di cannabis quasi identici. Un altro esempio. La Spagna e il Regno Unito sono in testa alla classifica della cocaina. Terza, staccata, l?Italia. Anche in questo caso però le norme c?entrano poco. Molto più significative sono le affinità culturali e linguistiche fra i trafficanti di Madrid e quelli colombiani. E ancora. Negli stati nordici sono in vigore leggi simili a quella introdotta da noi. Là però il problema degli stupefacenti è molto marginale. Ancora una volta per una ragione extralegale: la loro cultura è molto più segnata dall?alcol che dagli stupefacenti. Vita: Quindi con le nuove tabelle non cambia nulla rispetto a prima? Ballotta: L?obiettivo del governo era mandare un messaggio forte alla popolazione: non ci sono differenze fra sostanze, la droga fa male. In questo senso il clima sociale è cambiato. È assolutamente tutto da dimostrare però di quanto si alzerà il livello di attenzione nell?opinione pubblica. Io credo che i risultati migliori si potranno ottenere nei confronti di quella fascia di giovani fra i 13 e i 14 anni che ancora non hanno sperimentato droghe. Per tutti gli altri, invece, il fatto che noi modifichiamo le tabelle non avrà alcun tipo di effetto.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA