Formazione
Volontariato: la Conferenza Nazionale si apre tra le polemiche
Le associazioni rigettano la bozza di riforma della 266 presentata dal ministero: "Non ci appartiene"
Arezzo – “Questo non è il testo prodotto dall’Osservatorio del volontariato. Ce lo siamo trovato oggi in cartella stampa”. A pochi minuti dall’apertura ufficiale della Conferenza Nazionale del Volontariato, in corso ad Arezzo, Sergio Marelli, presidente dell’Associazione delle Ong Italiane, esprime la prima, durissima, impressione sulla bozza di modifica della legge 266, che è stata diffusa in questi giorni dal ministero. “E’ la prova dello scarsissimo coinvolgimento del volontariato per questa occasione – continua Marelli – in cui sembra mancare totalmente il dialogo”. Sulla stessa linea Edo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo Settore, che in una conferenza stampa anticipatoria ha dichiarato l’assoluta contrarietà delle associazioni di volontariato a trasformarsi in un “braccio operativo” dello Stato. E nel documento-manifesto sottoscritto da oltre 70 associazioni e diffuso oggi di Patriarca si puntualizza: “Diciamo no alla proposta di ipotesi legislative che possono mortificare l’identità, i valori, l’autonomia progettuale del volontariato”.
E i malumori riguardano anche recenti dichiarazioni del ministro del Welfare: “Ieri Maroni ha detto che il volontariato deve darsi rappresentanze” dice Marelli. “Mi pare che questo mondo le abbia già, e si sia impegnato a lungo per strutturarsi. Negare le rappresentanze del volontariato è un modo per deleggittimarle”.
“Certamente è una Conferenza problematica, e difficilmente ci darà risposte” commenta don Giancarlo Perego, responsabile nazionale della Caritas Italiana. “D’altra parte, penso che potrà sollecitare risposte sulla nuova identità del volontariato. Ciò che è fondamentale, è che esso inizi a ridefinirsi fuori dal Terzo Settore, perché è una realtà differente rispetto alle cooperative e alle organizzazioni non governative. Ancor di più, ora che si vuole mettere mano a modifiche sulla 266 è necessario valorizzare queste differenze e quella realtà vastissima e importante rappresentata dal volontariato non organizzato. Perciò, mi auguro che questa sia la sede per interrogarsi sul nostro ruolo nella società, sulle nuove prospettive di aggregazione e formazione sul territorio, e non solo su come spartirsi i fondi”.
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