Cultura
Vittime di tratta: tutela estesa anche ai cittadini comunitari
A garantire anche agli europei l'accesso ai programmi di assistenza è l'articolo 6, comma 4, del decreto legge 300, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 dicembre scorso.
di Chiara Sirna
I cittadini europei, residenti in Italia, potranno beneficiare dei programmi di assistenza alle vittime di tratta. Anche chi nell’unione comunitaria ha appena fatto il proprio ingresso. Bulgari e romeni inclusi dunque. A garantirlo è l’articolo 6, comma 4, del decreto legge 300 del 28 dicembre scorso.
Se il governo non avesse provveduto ad apportare questa modifica legislativa, a seguito dell’ingresso in Europa i tanti bulgari e romeni già inseriti nei programmi di protezione previsti dall’articolo 18 della legge Bossi-Fini sull’immigrazione per le vittime di tratta ne sarebbero rimasti irrimediabilmente esclusi.
Ma l’estensione del diritto ai cittadini dell’Unione non è la sola novità. D’ora in avanti a godere dei programmi di protezione non saranno più soltanto le vittime dei trafficanti della prostituzione, bensì tutte le persone sfruttate e private della propria libertà personale.
“Al programma di assistenza ed integrazione sociale previsto dall’articolo 18 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286”, si legge all’articolo 6, comma 4 del testo del decreto legge, “può partecipare alle condizioni ivi indicate, in quanto compatibili, anche il cittadino di Stato membro dell’Unione europea che si trovi in una situazione di gravità ed attualità di pericolo”. Situazione che allarga l’accesso duqnue a tutte le vittime di sfruttamento, di qualunque natura esso sia, che implichi la privazione della libertà personale delle vittime stesse.
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