Famiglia

Bindi: “Presto una soluzione per le badanti irregolari”

Il ministro per la Famiglia ha proposto di affrontare il problema con la riforma della legge Bossi-Fini, in calendario per febbraio.

di Chiara Sirna

“Un’operazione verità sulle assistenti familiari”. Lo ha annunciato questa mattina il ministro per la famiglia Rosy Bindi nel corso di un incontro nella capitale con associazioni di migranti e sindacati dedicata al lavoro di assistenza e cura alle persone non autosufficienti.
Un’operazione, ha precisato il ministro, che non implicherebbe il ricorso allo strumento della sanatoria, ma che “metterebbe fine alla politica dello struzzo incentivata e voluta dalla legge Bossi-Fini”. Che consentirebbe, in altre parole, alle badanti già presenti sul territorio nazionale, ma ancora irregolari, di essere inquadrate e riconociute, nella piena legalità, come assistenti familiari. E dunque lavoratrici a tutti gli effetti.
“È uno scandalo”, ha ribadito infatti il ministro, “che ci sia un milione di assistenti familiari irregolari che lavorano nelle nostre famiglie”.
Come intervenire allora? “Troveremo uno strumento”, ha assicurato ancora Rosy Bindi.
L’occasione potrebbe essere proprio il disegno di legge sull’immigrazione che il governo si è impegnato a varare a febbraio. “Non stiamo forzando nulla”, ha precisato ancora il ministro per la Famiglia, “se queste persone sono nelle nostre famiglie, vuol dire che di loro c’é bisogno. Affronteremo serenamente il problema all’interno della riforma della legge Bossi-Fini, ma fuori dalla logica dell’emergenza”.
“Sono contento che Rosy Bindi sia d’accordo con me”, ha ribadito il collega della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero. “Avevo proposto nel Consiglio dei ministri in cui è stato esteso l’articolo 18 con il ddl anti-sfruttamento”, ha aggiunto, “di regolarizzare tutte le persone che lavorano nelle famiglie”.


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