Formazione

Caso libri di testo. In finanziaria c’è quel che già c’era

Amara scoperta: sulla fornitura gratuita dei libri di testo la Finanziaria 2007 si muove a passo di gambero... di Fancesco Dente

di Redazione

Amara scoperta. Sulla fornitura gratuita dei libri di testo la Finanziaria 2007 si muove a passo di gambero. Il comma 629 del maxiemendamento, che ha esteso agli alunni del primo e secondo anno della scuola secondaria superiore il sostegno economico per l?acquisto dei testi (finora invece potevano solo ricevere i libri in comodato, cioè in prestito gratuito), introduce una novità che, di fatto, tanto nuova non è.

Le Regioni, infatti, da tempo assegnano le risorse statali per i libri gratis agli alunni dell?intero ciclo della superiore di secondo grado. Dunque, per capirci, anche agli studenti del quinto anno di un istituto professionale o di un liceo. E non perché siano più generose dello Stato, ma perché, sostengono, lo prevede la norma istitutiva del contributo per i libri.

La legge 448 del 1998 stabilisce infatti che i Comuni «provvedono a garantire la gratuità, totale o parziale, dei libri di testo in favore degli alunni che adempiono l?obbligo scolastico in possesso dei requisiti richiesti, nonché alla fornitura di libri di testo da dare anche in comodato agli studenti della scuola secondaria superiore».

Tutto ruota intorno alla congiunzione «anche». Le Regioni in questi anni hanno ritenuto che la normativa stabilisse innanzitutto l?obbligo di dare un sostegno economico per l?acquisto dei libri agli alunni delle superiore e che, in secondo luogo, consentisse di farlo «anche» attraverso il comodato. Un secondo motivo che può aver indotto ad optare per l?interpretazione ?estensiva?, e a preferire dunque l?assegnazione diretta del beneficio al prestito, è stata la difficoltà di organizzare il servizio di comodato nelle scuole. Il problema semmai è quello degli stanziamenti economici, come aveva avvertito qualche mese fa l?assessore al Diritto allo studio della Regione Puglia, Mimmo Lomelo. «Sarebbe opportuno», aveva scritto senza troppi giri di parole in una lettera indirizzata al ministero della Pubblica istruzione, «che il governo rivedesse i criteri di riparto dei fondi statali per le borse di studio e per la fornitura gratuita dei libri di testo agli studenti. Perché sono agganciati ad un indice Istat sul disagio economico (famiglie con un reddito netto fino a 15mila euro) non più aggiornato da sette anni. E perché, soprattutto, non assicurano una distribuzione equa delle risorse alle Regioni».

Il numero delle domande presentate nel corso degli anni è lievitato per diversi motivi: è migliorata l?informazione rivolta alle famiglie sulle opportunità offerte dai due sussidi; in alcuni casi si è allargato il cerchio dei nuclei più poveri; è cresciuto, soprattutto al Nord, il numero di studenti immigrati che richiedono il sostegno. In Emilia, per esempio, la percentuale di domande presentate da famiglie extracomunitarie è passata in un biennio dal 16,6% del totale delle borse concesse al 24%.

Il finanziamento statale invece è fermo da anni a 155 milioni di euro per le borse e a 103 milioni per i libri di testo. Stesse somme, dunque, e domande in crescita. L?effetto è scontato. I fondi a disposizione, specie al Sud, vengono ?spalmati? su più richiedenti.


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