Volontariato

Il seggio? a casa loro

Svolta storica per i malati intrasportabili: Il 9 e 10 aprile 100mila persone per la prima volta voteranno dal proprio domicilio. Basta segnalarsi entro il 25 marzo

di Sara De Carli

Il problema esisteva da anni, ma si è imposto con urgenza per il referendum sulla legge 40. Le persone gravemente disabili, costrette a letto e impossibilitate a uscire di casa per andare a votare, erano tra le più interessate dai temi del referendum – libertà di ricerca in primis – ma non hanno potuto esprimersi. L?associazione Luca Coscioni ha parlato di 100mila malati intrasportabili iscritti d?ufficio tra gli astensionisti. Le norme esistenti sul voto dei disabili non erano infatti abbastanza per chi è allettato, chi fa uso di attrezzature mediche permanenti (respiratori e flebo), chi per spostarsi ha bisogno di un?ambulanza e personale infermieristico, chi non riesce a uscire da casa per le barriere architettoniche, chi uscendo di casa rischierebbe un aggravarsi del proprio stato di salute. Nei mesi successivi Luca Coscioni e i radicali hanno rivendicato il diritto al voto anche per loro, e hanno trovato una sponda istituzionale disponibile nel ministro Pisanu. Il 9 e 10 aprile, per la prima volta in Italia (nel resto d?Europa è già una pratica assodata), i malati intrasportabili potranno votare a casa propria. La legge è la n. 22 del 27 gennaio 2006 (www.parlamento.it) che all?articolo 1 dà tutte le indicazioni per il «voto domiciliare per elettori in dipendenza vitale da apparecchiature elettromedicali». La procedura è semplice, ma va fatta almeno quindici giorni prima della data delle elezioni: nel caso specifico, quindi, entro sabato 25 marzo. Tutto quello che bisogna fare è far pervenire al sindaco del Comune nelle cui liste elettorali si è iscritti la dichiarazione di voler votare a casa propria, indicandone l?indirizzo completo e allegando un certificato medico rilasciato da un funzionario della Asl, «da cui risulti una dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali tale da impedire all?elettore di recarsi al seggio». Questo certificato deve attestare eventualmente anche la necessità di un accompagnatore per l?esercizio del voto. Pietro Welby, dell?Associazione Luca Coscioni, ha fatto un appello al ministro Storace affinché questa norma tanto attesa non risulti inapplicabile a causa della burocrazia, chiedendo «di garantire i tempi del rilascio dei certificati o di permettere ai medici di famiglia di rilasciarli». Il resto dell?operazione è a carico del Comune, che inserirà gli elettori intrasportabili in un apposito elenco e rilascerà al richiedente un?attestazione dell?avvenuta inclusione negli elenchi; saranno poi il presidente del seggio, con il segretario e uno scrutatore, a recarsi a casa dell?elettore per raccogliere il suo voto. Soddisfatta del risultato l?Associazione Luca Coscioni, che ha però ha qualche dubbio sull?interpretazione della legge. Rocco Berardo si chiede se «il diritto di voto sarà riconosciuto solo a chi dipende in maniera vitale da apparecchiature elettromedicali, come dice la lettera del testo, o a tutti quelli che per ragioni di salute personale sono oggettivamente impossibilitati a lasciare il domicilio? Il nostro consiglio è quello di presentare alle Asl la richiesta del certificato, eventualmente sarà compito dell?ufficiale sanitario giustificare la mancata accoglienza».


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