Cultura

Rifugiati: Cir, da oggi asilo più difficile

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati esprime forte perplessità sulla parte della Legge Comunitaria, approvata oggi in via definitiva dalla Camera, che limita la delega al governo in materia d'asilo.

di Redazione

Per la prima volta in Italia viene infatti introdotto il concetto di “Paese d’origine sicuro” che potrà causare il diniego pressoché automatico di una richiesta presentata da un cittadino proveniente da un Paese che rientra in tale definizione, ledendo in tal modo il principio di soggettività che è alla base del diritto d’asilo. “Ogni richiesta di protezione deve essere esaminata individualmente e non su base di presupposti astratti e generalizzati” dichiara Christopher Hein direttore del CIR “E poi: chi decide, e su quali basi, se un Paese d’origine è sicuro?”. Il CIR ha presentato lo scorso novembre una propria proposta di legge sull’asilo che prevede una procedura unica, equa ed efficace, nella quale tutte le circostanze individuali devono essere esaminate.

Va comunque riconosciuto che, durante il dibattito di questa legge al Senato, è stato approvato un emendamento secondo il quale il richiedente può invocare gravi motivi, tra i quali per la prima volta anche repressioni di comportamenti e orientamenti sessuali, per ottenere il diritto d’asilo.

Positivo è anche il fatto che il governo possa decretare, seguendo il principio stabilito dalla norma comunitaria, che un ricorso al tribunale abbia effetto sospensivo, autorizzando quindi il ricorrente a soggiornare nel nostro Paese in attesa del giudizio. Dopo un lungo dibattito al Senato è stata proprio l’opposizione a proporre con successo l’eliminazione di una clausola restrittiva lasciando quindi all’esecutivo carta bianca in materia. Il CIR auspica fortemente che il Governo, correggendo la Bossi-Fini, reintroduca pienamente l’effetto sospensivo del ricorso al giudice.

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