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Somalia: presidente parlamento contesta sua destituzione

''E' un atto assolutamente illegittimo'', ha affermato Sharif Hassan Sheikh Aden, che a Roma ha incontrato il vice ministro degli Esteri Patrizia Sentinelli.

di Paolo Manzo

Il presidente del parlamento di transizione somalo Sharif Hassan Sheikh Aden, intervistato a Roma dall’agenzia stampa Misna, ha contestato il voto di sfiducia con il quale e’ stato oggi destituito. ”E’ un atto assolutamente illegittimo perche’ fino a quando l’Etiopia occupera’ la Somalia, il nostro Parlamento sara’ privato dei suoi diritti e non potra’ operare liberamente”, ha affermato l’esponente somalo, che a Roma ha incontrato il vice ministro degli Esteri Patrizia Sentinelli. Il Parlamento ”ha votato sotto dettatura del primo ministro Ali Gedi e del presidente Abdullahi Yusuf, che non vogliono la riconciliazione”, ha aggiunto Sheikh Aden, che e’ accusato dal governo di transizione somalo (Tfg) di essere vicino alle Corti islamiche con cui aveva anche raggiunto un accordo. ”Chiediamo alla comunita’ internazionale il ritiro immediato dell’Etiopia dal nostro territorio – ha dichiarato- e l’urgente applicazione della risoluzione Onu 1721 che prevede l’invio di un contingente di pace dell’Unione Africana con esclusione dei paesi confinanti”. ”Lo scorso mese di novembre ho rischiato di persona andando a Mogadiscio e avevo raggiunto un’importante intesa con le Corti per rilanciare il dialogo”, spiega Sheikh Aden, entrato in carica a ottobre del 2004. ”Il voto di oggi e’ contrario alla Carta fondamentale delle istituzioni di transizione della Somalia: io non sono stato nominato ma eletto dai deputati a scrutinio segreto. Anche la mia destituzione avrebbe dovuto avvenire con lo stesso metodo”, ha detto ancora Sheikh Aden, sfiduciato con i voti di 183 dei 191 deputati presenti oggi a Baidoa.

Sheikh Aden ha lasciato la Somalia nelle scorse settimana, mentre le forze governative conquistavano Mogadiscio con l’appoggio dei soldati etiopici. ”Ritornero’ solo dopo il ritiro dell’Etiopia e l’arrivo di una forza di pace africana. L’esercito etiopico non solo ci ha bombardato ma ha usato carri armati e forze di terra contro i somali: questo e’ inaccettabile perche’ l’intervento militare di Addis Abeba non e’ stato chiesto dal Parlamento sovrano ma dal governo”, aggiunge Sheikh Aden, che stamani a Roma ha incontrato la vice ministro degli Esteri Patrizia Sentinelli, dopo i colloqui dei giorni scorsi a Bruxelles con il Commissario europeo allo sviluppo Louis Michel e a Stoccolma con esponenti governativi. ”Agli interlocutori internazionali abbiamo detto che la Somalia non ha bisogno di bombe ma di una reale e genuina riconciliazione per portare aiuto umanitario alla nostra gente, che da troppo tempo sta soffrendo”. A proposito delle critiche dell’Italia ai raid aerei Usa nel sud della Somalia, espresse sia da Sentinelli che dal ministro degli Esteri e vicepremier Massimo D’Alema, Sheikh Aden ha detto alla MISNA: ”Rispettiamo la voce del governo di Roma, perche’ l’Italia e’ uno dei paesi che ci conosce meglio la Somalia e che ha investito di piu’ nel processo di riconciliazione”.


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