Famiglia

Indagine eutanasia clendestina: no della Camera, sì del Senato

Bertinotti difende l'autonomia delle Commssioni Giustizia e Affari sociali, mentre il Senato dà il via libera a un'indagine conoscitiva sui "casi Welby"

di Sara De Carli

Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha trasmesso alle commissioni parlamentari di Montecitorio Giustizia e Affari Sociali la petizione della Associazione Luca Coscioni per una indagine conoscitiva sulla consistenza nel nostro Paese del fenomeno clandestino dell’eutanasia. Lo ha reso noto lo stesso Bertinotti con una lettera in risposta al segretario dell’associazione, Marco Cappato. Cappato aveva scritto a Bertinotti una lettera aperta, pubblicata su ”L’Unità” del 6 gennaio 2007 firmata dai big dell’associazione Coscioni per dare seguito della petizione presentata da Piergiorgio Welby e condivisa da numerosi cittadini, con la quale e’ stato richiesto alla Camera dei deputati che disponesse un’indagine conoscitiva sulla consistenza del fenomeno clandestino dell’eutanasia in Italia.

In particolare la lettere lamentano che gli Uffici di Presidenza delle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera – alle quali e’ stata assegnata congiuntamente la citata petizione – hanno esaminato la questione ”senza che peraltro il punto fosse menzionato nell’avviso di convocazione”, non ritenendo di accedere all’ipotesi dell’indagine conoscitiva e deliberando invece l’audizione (”da effettuarsi addirittura a porte chiuse”) di una serie di esperti. Una scelta che sarebbe stata dettata dal proposito di ”chiudere quanto prima la pratica Welby”.

Fausto Bertinotti ora garantisce che i presidenti delle commissioni Giustizia e Affari sociali di Montecitorio ”hanno dato tempestivo seguito” alla petizione sulla questione eutanasia presentata da Piergiorgio Welby e quel documento e’ stato ”eccezionalmente” accompagnato da una lettera del presidente della Camera che ne sottolineava ”l’alto significato morale e civile anche in considerazione della particolarissima situazione della persona promotrice dell’iniziativa”. Ma detto questo, Bertinotti fa presente che “una volta intervenuta l’assegnazione, tutte le decisioni, sia di natura istruttoria, sia di merito, rientrano nella piena autonomia e nella esclusiva responsabilita’ delle commissioni medesime e dei soggetti, in primo luogo i rappresentanti dei gruppi parlamentari, che in tale ambito sono competenti ad assumerle”. In questo senso, tiene a precisare il presidente della Camera “anche la decisione di procedere ad un’indagine conoscitiva, per la quale e’ prevista l’intesa da parte del presidente della Camera, non puo’ prescindere da una iniziativa assunta nell’esclusiva responsabilita’ delle commissioni interessate”.

Contemporaneamente però parte un’indagine per verificare se nelle strutture ospedaliere italiane si verificano “casi Welby”. Lo ha deciso l’Ufficio di presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale del Senato. Nel documento approvato oggi dalla presidenza della commissione, non si parla esplicitamente di “eutanasia” ma di indagine sui “casi Welby”. La commissione – che si riunira’ probabilmente martedi’ prossimo – designera’ un relatore che dovra’ dar conto dei risultati dell’inchiesta. “Ci resta da trovare l’accordo sul nome dell’indagine- spiega il senatore di An Domenico Gramazio, ex presidente dell’Agenzia di sanita’ pubblica del Lazio e segretario della commissione- Rifondazione comunista ha sollevato dei dubbi sull’opportunita’ della definizione ‘casi Welby’, ma sull’opportunita’ delle verifiche siamo tutti d’accordo”. Contemporaneamente la commissione parlamentare sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale avviera’ altre tre indagini: una sull’attuazione del piano nazionale della prevenzione e delle emergenze sanitarie per quanto riguarda la ripartizione delle spese; un’altra sugli aspetti igienico-sanitari e gestionali dei policlinici universitari e di quelli convenzionati; una quarta sul funzionamento del Siveaf (il Sistema nazionale di verifica e controllo dell’assistenza sanitaria istituto presso il ministero della Salute il 28 marzo scorso) “sul quale non abbiamo nessun resoconto- spiega Gramazio- sui contributi ricevuti, ben 10 milioni di euro”.


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