Volontariato

Nobel per la Pace: candidate le nonne di Plaza de Majo

A lanciare la candidatura Pietro Marrazzo, Presidente della regione Lazio.

di Sara De Carli

Il Nobel per la pace alle ‘Abuelas de Plaza de Majo’, le nonne argentine che non hanno mai smesso di cercare i loro nipoti scomparsi, i figli dei loro figli desaparecidos durante la sanguinosa dittatura di Rafael Jorge Videla. A lanciare la candidatura il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, che in visita ufficiale a Buenos Aires, ha voluto incontrare Estela Carlotto, la presidentessa dell’Associazione, una donna che da oltre 20 anni si batte con le altre madri per far luce su uno dei capitoli piu’ atroci della storia del Paese. L’inviata della Adnkronos Velia Iacovino ha riportato che il presidente Marrazzo ha dichiarato di voler chiedere ”aiuto alle 5 universita’ del Lazio perche’ formalizzino e sostengano l’iniziativa. Invitero’ a Roma la Carlotto per presentarla ai rettori. Le ‘Abuelas’ sono nonne che hanno lottano e lottano con coraggio in difesa della dignita’ e della memoria. Sono le vittime, insieme ai loro figli e ai loro nipoti del sonno della ragione, un sonno dal quale l’Argentina ora si e’ svegliata. E non solo. Le ‘Abuelas’ hanno anche dato un grande impulso all’avanzamento delle ricerche del Dna collaterale, arrivando a creare persino una banca dati del sangue, grazie alla quale ora il riconoscimento dei figli dei desaparecidos puo’ avere certezza scientifica”. Ma non e’ solo la proposta del Nobel che Marrazzo e’ venuto a portare all’associazione. Il governatore del Lazio si e’ anche messo a disposizione delle ‘Abuelas’, annunciando che la Regione e’ pronta ad adottare uno dei progetti delle donne di ‘Plaza de Majo’, una formula nuova rispetto al vecchio sistema dei finanziamenti, che prevede una partecipazione dell’Ente piu’ attiva e diretta. Il presidente ha tenuto a ricordare infatti il coinvolgimento dell’Italia in questo dramma dei desaparecidos e che nel 1996 il nostro Paese si e’ costituito parte civile contro 7 militari argentini, tra cui il tenente Alfredo Artiz, accusato di aver ucciso 3 cittadini di origine italiana e del generale Carlos Suarez Mason, condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise di Roma per l’uccisione di altri connazionali fra cui la figlia di Estela Carlotto, Laura. Trentamila persone scomparse in Argentina tra il ’76 e l’83, durante la dittatura Vileda. Ma anche 500 bambini spariti nel nulla. Bambini comprati dagli stessi militari golpisti, a un prezzo che variava in base alla bellezza e al ceto sociale della madre. Di questi finora le ‘Abuelas de Plaza de Majo’ ne hanno ritrovato 82: sono gli ‘esposito della morte’, come li chiamano all’italiana. Giovani che oggi hanno tra i 28 e i 30 anni e che devono essere aiutati a ritrovare la loro identita’, al di la’ del dna. E l’Associazione delle nonne, che ha uffici in 24 province, una vera e propria azienda per la quale lavorano equipe di avvocati, medici e antropologi, addetti all’informazioni e investigatori, fa anche questo lavoro con il suo gruppo di psicologi.


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