Sostenibilità

Parafarmacie: fatta la legge, trovato l’inganno

I farmacisti hanno scoperto come aggirare la liberalizzazione voluta da Bersani. Come? Semplice: aprendo loro stessi parafarmacie

di Gabriella Meroni

Prima le barricate contro l’apertura di punti vendita che offrissero prodotti farmaceutici da banco. Poi la protesta, datata dicembre, contro le insegne di tali punti vendita che «assomigliano troppo» a quelle delle farmacie vere. Infine, la trovata geniale: i farmacisti smettono di fare la guerra alle parafarmacie e decidono di guadagnarci, aprendone a raffica anche loro. Proprio così: da una parte il titolare di farmacia classica tuona contro quella «farlocca» e dall’altra si getta nel business, e ne apre una a sua volta. A darne notizia è il Sole 24 Ore di oggi, che dà conto di una circolare di Federfarma datata 11 gennaio che per l’appunto stigmatizza questo disinvolto comportamento degli associati e li richiama all’ordine, ribadendo il divieto per il farmacista a lavorare in entrambi gli esercizi (deve stare sempre nella farmacia “normale”) ed agitando anche lo spettro dell’illecito penale per quei farmacisti che volessero raccogliere le ricette nella parafarmacia e poi «girarle» alla propria farmacia tradizionale, l’unica in grado di «evaderle». Il presidente di Federfarma, Giorgio Siri, è stato così netto e categorico contro i furbi della categoria che, scrive il Sole, contro di lui serpeggia il malcontento dei 16mila iscritti. Il mandato di Siri scade tra poco più di un anno.


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