Formazione

L’albergo? Un’impresa da matti

"Far diventare la persona svantaggiata protagonista della sua impresa richiede un grande sforzo nell'organizzazione"

di Redazione

Nome:Renate Goergen Età:53 Cooperativa:Il posto delle fragole Cooperatore dal:1982 Attività prevalente: Mi occupo di promozione di progetti di sviluppo di imprese sociali Aspettative per il futuro: Vorrei continuare a fare quello che faccio. Un?impresa da matti. Gli ospedali psichiatrici, quando ancora esistevano, non erano propriamente il luogo ideale per avviare un?attività economica. Eppure c?è chi, sfidando le convenzioni, proprio da lì è partito per realizzare oltre che un?impresa sociale di successo un percorso di crescita personale e professionale. Renate Goergen nel 1982 lavorava come infermiera all?ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste. Quello di Basaglia. Oggi è una professionista della cooperazione sociale che ha contribuito alla nascita di reti di imprese sociali e che sta cercando di costruire una catena alberghiera gestita da cooperative di inserimento lavorativo. Agli inizi degli anni 80 la chiusura del nosocomio triestino lascia vuoti gli edifici e scatena la fantasia di chi vi lavorava o era assistito. Un gruppo di giovani tra cui tossicodipendenti e psicotici, 10-15 persone non di più, decide di avviare una piccola attività economica: Il posto delle fragole è il nome che scelgono per la cooperativa e il bar.«Decidemmo di avviare un bar dentro l?ospedale psichiatrico», racconta Goergen, «per cercare di dare un ruolo di cittadinanza attiva ai disabili psichici. La forma cooperativa ci sembrava quella ideale per garantire democraticità nelle decisioni e partecipazione consapevole alla vita aziendale». QUESTIONE DI FIDUCIA.Ben presto al bar si affiancarono altre attività molte delle quali avviate più per soddisfare le motivazioni dei soci che per la loro capacità di produrre reddito. Prima un piccolo centro estetico, poi una radio, delle produzioni artigianali. Nel 1986 la cooperativa prende in gestione l?hotel Tritone a Trieste. «Scoprimmo», aggiunge Goergen, «che le persone a rischio di esclusione erano bravissime a fare quel lavoro perché il cliente doveva affidarsi a loro, questo dava un?autostima incredibile». Renate Goergen fino al 1992 riesce a conciliare il lavoro di cooperatore con quello di infermiera in strutture pubbliche. Intanto quella che sembrava poco più che una scommessa si era trasformata in una sorta di incubatore di imprese sociali. Dopo il Posto delle fragole, la Goergen contribuisce alla nascita di un consorzio di cooperative sociali di cui diventa presidente. Lascia l?impiego pubblico e lavora con successo ad alcuni progetti comunitari che permettono di finanziare iniziative che porteranno alla nascita, tra gli altri, del consorzio Drom, la struttura consortile di Legacoopsociali. DIVENTARE PROTAGONISTI. Intanto prende piede l?idea di estendere l?esperienza dell?hotel Tritone di Trieste prima in tutta Italia e poi in Europa. Grazie a un progetto Equal dà vita all?Associazione Le Mat per la creazione di una catena alberghiera gestita da cooperative sociali di tipo B. «Far diventare la persona svantaggiata protagonista della sua impresa », conclude Renate Goergen, «richiede un grande sforzo nell?organizzazione aziendale. Bisogna lottare contro una cultura dell?autoesclusione. Il passaggio a cittadino attivo non è così semplice, richiede impegno, significa rinunciare alla protezione che è anche isolamento. In questo percorso però non ci devono essere troppi fallimenti, perché quando esci da un ambiente protetto se ti fai troppo male non ci provi più. Conta molto come risponde la gente intorno a te. E la società spesso è molto disabilitante. Per questo lavorare in un albergo dove gli altri in qualche modo dipendono da te aiuta i disabili. È un progetto difficile che richiede ingenti risorse economiche. Ma anche l?idea di un bar in un ex ospedale psichiatrico sembrava impossibile, eppure…». U


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