Mondo
Il 2007 sarà un anno «brasiliano» per mille volontari
Giornata mondiale dei malati di lebbra: quest'anno occhi puntati sul Brasile
Era il gennaio del 1954 quando Raoul Follereau, giornalista e scrittore francese, istituì la Giornata mondiale dei malati di lebbra. Un?occasione per dare voce a quanti soffrivano per le conseguenze della malattia e per quelle, non meno dolorose, dell?emarginazione, dell?abbandono, della riduzione a una condizione meno che umana. Follereau per il suo impegno fu definito «l?apostolo dei malati di lebbra». Il prossimo 28 gennaio si svolgerà la 54esima Giornata mondiale. In Italia la sua organizzazione è curata dall?Aifo – Associazione italiana amici di Raoul Follereau che ha come mission la sconfitta della lebbra (morbo di Hansen) e di ?tutte le lebbre?.
Il tema 2007 è racchiuso nello slogan: «Lebbra: una malattia dimenticata». La Giornata rappresenta per l?Aifo un impegno fondamentale per dar voce agli ultimi. Ogni anno i volontari dell?associazione organizzano la distribuzione del Miele della solidarietà, allestendo banchetti in centinaia di piazze italiane e coinvolgendo altre associazioni, istituzioni e cittadini. Un?iniziativa di sensibilizzazione nei confronti della lebbra e dei temi legati allo sviluppo socio-sanitario nei Paesi a basso reddito, ma anche di raccolta fondi a favore dei progetti promossi da Aifo per la cura dei malati di lebbra. «Il Miele della solidarietà innesca la collaborazione con persone che neppure conosciamo. Ci sono gruppi e realtà che di fronte di un?iniziativa ben precisa chiedono di collaborare. Per due anni c?è stata un partnership a livello nazionale con l?Agesci, nel 2007 invece inizia la collaborazione con la Gifra, la Gioventù francescana », osserva il direttore di Aifo, <b>Antonio Landolfi</b>.
Quest?anno occhi puntati sul Brasile, secondo Paese al mondo per diffusione della lebbra, terra da cui provengono i Testimoni della solidarietà, operatori Aifo nei progetti attivi nel Paese. Sono ben 28 i progetti in corso nel continente americano, 69 quelli in Asia e 33 in Africa. Dei 130 progetti di Aifo ben 126 sono finanziati con fondi privati, quelli cofinanziati sono solo 4 (tre dal Mae e uno dalla Cei). «La nostra è una scelta ben precisa», sottolinea Landolfi che fa notare come non sia un caso che la fonte finanziaria primaria dell?associazione siano i privati con quasi l?80% delle donazioni.
Nata nel 1961 per iniziativa di gruppi di volontari che si erano mobilitati nella lotta contro la lebbra, l?Aifo ha mantenuto negli anni la scelta di puntare su una base diffusa di volontari, i soci, che sono presenti in Italia divisi in 52 gruppi e dieci coordinamenti regionali. «I soci ufficiali del 2005 erano 782, a fine 2006 sono un centinaio in più» spiega Landolfi. «I volontari sono la nostra sfera politica», conclude orgoglioso di questo incremento. Ed è ai soci volontari che è affidata la sensibilizzazione e l?azione che viene definita ?non aggressiva? di fund raising.
All?estero Aifo è presente in 25 Paesi dove ha attivi i progetti realizzati sempre con partnership locali. Nei Paesi con il maggior numero di iniziative (India, Mozambico e Brasile) sono attivi anche uffici di coordinamento. È attualmente in attuazione il Piano strategico e programmatico 2006-2010, che definisce gli ambiti e le linee di azione per lo sviluppo delle progettualità associative, in Italia e all?estero.
Fondi raccolti nel 2005
- 5.446.871 euro di cui:
da privati (singoli) 79,5%
da privati (organizzazioni) 11,6%
da enti pubblici 8,9%
- Utilizzo fondi 2005
per erogazioni 78,71%
per spese generali 21,29%
- Personale
dipendenti (+ cocopro) 28
volontari 782
AIFO
via Borselli, 4-6
40135 Bologna
051.4393211
www.aifo.it
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