Formazione

Dai campi dei giostrai ai villaggi stile disney

Indagine di Caritas ambrosiana e Ismu: rom e sinti una minoranza senza territorio, senza riconoscimento e tutela

di Irene Amodei

Né nomadi, né stranieri, né zingari. L?indagine che Caritas ambrosiana e Ismu hanno condotto nel 2006 sugli insediamenti di rom e sinti in Lombardia – che sarà pubblicata a fine gennaio – chiarisce che si tratta di popolazioni sedentarizzate o in via di sedentarizzazione, composte anche di italiani: una minoranza senza territorio, senza riconoscimento e tutela. Percepiti come ?intrattabili? dalle tradizionali politiche sociali, i Rom sono condannati dall?ambiguità delle leggi a status giuridici incerti: in una famiglia possono convivere individui con permesso di soggiorno per protezione umanitaria, rifugiati, richiedenti asilo, apolidi, immigrati regolari e parenti giunti in seguito a ricongiungimento. Combinando i dati della Polizia e i questionari dell?Osservatorio regionale sull?immigrazione, l?indagine tenta una mappatura degli insediamenti rom e sinti in Lombardia e della loro entità: tra i 290 e i 350 insediamenti («irregolari permanenti», «regolari permanenti» e «regolari temporanei»), abitati da 9.600-11mila persone. 45 di questi insediamenti (per 4.130 persone) sono a Milano, 80-110 (tra le 2.300 e le 3.100 persone) in provincia. In più ci sono le persone che abitano in case convenzionali: tra mille e 1.400, cui andrebbero sommati circa 1.200 giostrai. La presenza totale di rom e sinti in Lombardia si aggira dunque sulle 12-13mila unità. Roulotte e camper qui risultano ancora la sistemazione prevalente e sono presenti nel 76% degli insediamenti, ma si calcola che i terreni privati agricoli acquistati da famiglie rom nel Nord Italia per la costruzione di villaggi con case in muratura siano 5mila. Un esempio di questa volontà di uscire dalla logica del campo nomadi è in via Monte Bisbino: un vero e proprio villaggio in stile «country-disneyano».

Vedi anche:
Rom, c'è posto per loro?


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