Mondo
Adozioni, ora 550 coppie sono ‘orfane’
Polemich dietro la revoca all'ente Chiara: troppi incarichi rispetto alle capacità operative e la Cai dice basta. E cerca una soluzione per le famiglie in attesa
Nessuno stop per le coppie che si trovano all?estero a completare un?adozione. E nemmeno per le coppie che avevano già ottenuto l?abbinamento o una proposta di abbinamento da parte delle autorità estere, che saranno prese in carico dalla stessa Commissione adozioni internazionali. Ma tutte le altre, la stragrande maggioranza (circa 550) delle famiglie assistite dall?ente Chiara, in questi giorni vivono momenti di grande apprensione. Con una delibera del 20 dicembre scorso, infatti, la Cai ha disposto la revoca dell?autorizzazione a svolgere adozioni internazionali. L?ente Chiara, in altre parole, non è più autorizzato.
Cosa è accaduto? Chiara onlus era uno dei più attivi nell?adozione presso i Paesi dell?Est, in particolare Ucraina e Russia, dove dal 2000 al 2006 ha ottenuto quasi 700 autorizzazioni (481 per l?Ucraina e 212 per la Federazione Russa). Poi, sono arrivati i problemi. In Ucraina, Paese non ratificante la Convenzione Aja, è in corso un congelamento delle adozioni. La Russia, da parte sua, non aveva rinnovato l?accredito a operare all?ente italiano. Risultato: il gran numero di incarichi assunti da Chiara tra il 2004 e il 2005 è diventato ingestibile (restavano ?aperti?, infatti, solo Polonia e Armenia), e la Cai ha deciso di revocare l?autorizzazione. «Ma noi abbiamo sempre comunicato alle coppie la lunghezza delle nostre liste d?attesa, dai 2 ai 3 anni, fino a un tempo indefinito per chi ci ha dato mandato nel 2006», spiega la presidente, <b>Roberta Sicuranza</b>. «Prima di arrivare a questo punto, avremmo preferito che si fosse aperto un confronto con la Cai per gestire al meglio la situazione. Tra l?altro, l?Ucraina è vicina allo sblocco e avevamo già un centinaio di pratiche da inviare a Kiev». E mentre la vicenda tra ente e Commissione sfocerà davanti al Tar del Lazio, presso cui la Sicuranza intende fare ricorso, la Cai ora sta facendo una ?conta dei danni? e vaglia ogni singola pratica, per trovare una soluzione che non aggravi ulteriormente la lunga attesa (e le spese già sostenute) dalle famiglie. Saranno proposte diverse strade, compresa una ?redistribuzione? presso altri enti. Enti che, in queste ore, sospendono ogni giudizio sul caso specifico e sulla decisione Cai, ma guardano positivamente a quei controlli e al rigore a lungo invocati in questi anni. E ricordano che quando le liste d?attesa sono sature, anche la sospensione di nuove prese in carico diventa un dovere di trasparenza e chiarezza verso le coppie.
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