Formazione

Mai stati daccordo, ma che esempio!

La presidente di Scienze&Vita: "Panella sbaglia, la sua malattia lo ha ucciso. La scienza non è onnipotente"

di Benedetta Verrini

Mi auguro che i malati come me possano armarsi di forza per uscire dalle mura domestiche e lottare per quel valore di libertà che non può essere teorizzato ma semplicemente e dignitosamente vissuto.
A favore della clonazione e dell?assoluta libertà di ricerca sulle staminali embrionali, lui. Per l?assoluta difesa della vita racchiusa negli embrioni, lei. Luca Coscioni per Paola Binetti è sempre stato dall?altra parte della barricata. Eppure, quando ne parla, la presidente del Comitato Scienza&Vita (e neocandidata della Margherita) riesce a trovare le parole più belle e a
mostrare l?ammirazione che ha sempre provato per la sua persona. «Là dove la scienza segna il passo, il coraggio umano dà non solo una testimonianza, ma aggiunge qualità alla vita in un modo straordinario», dice. «Luca Coscioni è diventato un simbolo importante per la ricerca scientifica e la promozione della ricerca. Un simbolo di primo piano che va difeso, custodito, mantenuto. Il
punto chiave del nostro confronto era che la soluzione che lui prospettava
per risolvere il suo problema, cioè il ricorso all?uso delle cellule staminali embrionali, non mi vede d?accordo. Ma all?uomo che si è speso per una ricerca di alto profilo e con immediata ricaduta sulla qualità di vita dei pazienti, va tutta la mia stima». Di più: la Binetti ha proposto che a nome di Luca Coscioni
venga creata una linea di studio e sperimentazione sulle cellule staminali del cordone ombelicale, un promettente filone di ricerca per cui servono maggiori risorse, che non crea tensioni tra credenti e no.
Vita: In occasione della battaglia referendaria sulla legge 40, vi siete
trovati su fronti totalmente contrapposti…
Paola Binetti: Luca Coscioni credeva che le cellule staminali, se di
natura embrionale, potessero essere capaci di risolvere il suo problema e quello di molti altri. Io non lo credo. Ma al di là di questa divergenza scientifica, la sua persona mi ha sempre suscitato profonda ammirazione, per il coraggio con cui è apparso sempre a testimoniare le sue idee, per la sua capacità di non rinunciare a vivere e alla qualità della vita. Come medico neuropsichiatra, trovo che abbia dato un esempio di altissimo valore.
Vita: Dando la notizia della sua scomparsa, Marco Pannella ha
detto che Coscioni è stato «ucciso dall?oligarchia di questo paese».
Che ne pensa?
Binetti: Che è una sciocchezza grande come una casa. Luca
Coscioni è morto perché la sua malattia, che era grave e importante,
lo ha ucciso. A modo suo, ha avuto tutta una serie di opportunità
che la scienza, nei suoi limiti, ha messo a sua disposizione.
Quindi, da questo punto di vista, Pannella dovrebbe ammettere
che nulla è stato negato a Coscioni, assolutamente nulla. Il fatto è
che la scienza non è onnipotente.
Vita: Non pensa che la sua morte oggi possa riaccendere i toni della
polemica che ha accompagnato il referendum? Riportare alla ribalta,
ad esempio, il dibattito sul divieto di clonazione?
Binetti: In questo momento sarebbe veramente un?offesa strumentalizzare
la sua morte per qualunque tipo di posizione. Personalmente, non credo che la clonazione avrebbe offerto una risposta scientificamente fondata al suo problema. Tutte le affermazioni che noi abbiamo fatto le abbiamo sempre supportate con prove e documenti scientifici. Non esiste nessuna conferma scientifica evidente che se Coscioni avesse fatto ricorso alla clonazione o
alle cellule staminali embrionali avrebbe potuto risolvere il suo problema. Non esiste nessuna evidenza scientifica, questo soltanto posso dire.
Vita: Scenderà in campo con la Margherita, che si trova nella stessa
coalizione dei Radicali. Come vive questo confronto?
Binetti: Lo vivo esattamente come ha detto lei: come un confronto,
democratico, in cui mi auguro che la forza della ragione, il rigore delle argomentazioni scientifiche, la capacità di ascolto reciproco ci conduca poi a prendere le decisioni che saranno più corrette e più funzionali per tutti. Certamente io ho delle idee diverse da quelle dei Radicali, e ho probabilmente delle idee diverse anche da quelle di altre persone di altri raggruppamenti, ma io scendo in campo per dare una testimonianza di quello che penso, delle cose in cui credo, e intendo farlo attraverso un confronto il più possibile sereno
e costruttivo per cercare davvero soluzioni condivise.

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