Cultura

Debito: le cancellazioni non hanno risolto il problema

Parla la Fondazione giustizia e solidarietà, promotrice della campagna del 2000 legata alla Conferenza episcopale italiana.

di Emanuela Citterio

Il debito continua a strozzare i Paesi più poveri. A ricordarlo è stato Benedetto XVI durante il discorso di inizio anno al corpo diplomatico. Il Papa ha indicato fra le sfide «da affrontare insieme» l?impegno per accelerare il processo di cancellazione del debito dei Paesi più poveri, ha poi ricordato «l?impegno dei paesi sviluppati a destinare lo 0,7% del loro prodotto interno lordo all’aiuto internazionale» e ha auspicato la ripresa dei negoziati per rivedere le regole del commercio internazionale del ?Doha Developement Roud?.

Il debito è ancora un ostacolo allo sviluppo anche secondo la Fondazione giustizia e solidarietà, nata dalla campagna per la riduzione del debito lanciata durante il giubileo del 2000 dalla Conferenza episcopale italiana. «L?impegno messo in atto finora dai governi e dalle istituzioni internazionali è senza dubbio positivo, ma clamorosamente insufficiente» afferma il direttore della Fondazione, l?economista Riccardo Moro. «Solo 29 su 80 Paesi a basso reddito sono stati coinvolti nell?iniziativa di riduzione del debito Hipc (Heavily Indebted poor countries), e fra questi solo 20 finora hanno ottenuto una cancellazione quasi totale.

La sproporzione appare grave se si considera che l?iniziativa ha comportato un impegno stimato dalla Banca mondiale in 64 miliardi di dollari, quando il debito della sola Africa Subshariana è di oltre 200 miliardi e quello globale dei Paesi in via di sviluppo supera i 2.500». C?è inoltre un nuovo fenomeno: i Paesi esclusi dall?iniziativa di cancellazione pagano il debito con l?emissione di titoli pubblici, così il debito estero si riduce, ma aumenta quello interno, con tassi di interesse molto più elevati. La Fondazione Giustizia e Solidarietà quest?anno porterà a termine il proprio impegno di conversione del debito in progetti di sviluppo in Guinea Conakry e Zambia, realizzato con i 17 milioni di euro raccolti da gruppi e parrocchie in tutta italiana durante la campagna del 2000. «Il 2007 è il settimo anno dal Giubileo e intendiamo dedicarlo a rilanciare l?attenzione sul tema del debito internazionale, del finanziamento allo sviluppo e degli scandalosi squilibri fra nord e sud del mondo», afferma Riccardo Moro.


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