Non profit

Viva le pensioni (degli italiani all’estero)

L'importante è accontentare tutti. Vicini e lontani. Italiani di prima, seconda e...quarta generazione. Senza pensar troppo alle spese strutturali per chi in Italia ci vive

di Maramao

E’ instancabile il ministro per gli italiani nel mondo, Mirko Tremaglia. Dopo essere stato tra i principali patrocinatori della legge per il voto degli italiani all’estero, adesso chiede di far ottenere un aumento di ben 123,77 euro in più ai tanti italiani che percepiscono all’estero la loro pensione italiana.

La promessa del milione di vecchie lire per le pensioni minime, quindi, riguarda anche tutti quegli italiani che, per svariati motivi, risiedono all’estero. Esattamente come previsto per i residenti in Italia.

Un obiettivo che per il ministro, d’intesa con l’Inps, è raggiungibile: ”Le risorse sono disponibili e occorre solo individuare gli aventi diritto. Se occorre, per il futuro, una forma diversa dall’autocertificazione per ottenere il beneficio pensionistico, sarà sufficiente rendere una dichiarazione certificata relativa al reddito percepito”.

A questo proposito Tremaglia ha suggerito che la dichiarazione venga certificata dai Consoli territorialmente competenti e ha deciso di intervenire presso i medesimi affinché organizzino i propri uffici per assolvere a tale adempimento.

Ma una domanda sorge spontanea: quanti saranno gli italiani all’estero che beneficieranno dell’aumento? Per Tremaglia, “In base ai calcoli dell’Inps circa 200 mila”. Già, e quindi un aumento di spesa di 650 miliardi di vecchie lire.

Ma non è solo questo il problema. La legge attuale sull’ottenimento della cittadinanza italiana, la più “larga” del mondo non avendo limiti temporali nella ricerca genealogica, potrebbe portare a un ulteriore aggravvio per le casse della previdenza sociale italiana e a una paralisi degli uffici consolari italiani nel mondo, già oberati con le pratiche per i Passaporti. In Argentina, per esempio, il consolato di Buenos Aires sta dando i numeretti per ritirare il passaporto della nostra repubblica nel 2005…
Ma a questo, forse, il buon ministro Tremaglia non ha pensato.

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