Cultura

Legge libertà religiosa: il commento della Coreis

Pubblichaimo alcuni stralci dell'intevento in Parlamento di Yahya Pallavicini

di Redazione

La richiesta dell’Intesa
Il commento che sono chiamato a dare sulle due proposte di legge è sostanzialmente positivo, a condi-zione, come emerge chiaramente nei due testi in esame, che la legge non costituisca un?alternativa al prezioso strumento delle Intese, generando una disparità di trattamento e una conseguente discrimina-zione tra confessioni religiose con e senza Intesa. Tale discriminazione comporterebbe inoltre, tra i vari danni di natura anche materiale, quello di precludere alla confessione islamica la possibilità di benefi-ciare, accanto alle altre confessioni, del contributo dell?otto per mille. l?Intesa costituisce lo strumento di questo dialogo qualificato e costruttivo, rappresentando lo scenario di un accordo ufficiale e concreto tra laicità e pluralismo religioso. Sono convinto che proprio in questo strumento e nelle procedure che permettano il raggiungimento di un accordo giuridico e politico l?Italia possa esprimere un esempio di integrazione e di sana laicità che superi i limiti dell?assimilazione alla francese, del relativismo culturale all?inglese o dei sistemi totalitari caratterizzati dall?esclusivismo confessionale o dal laicismo antispirituale.

Libertà religiosa e cittadinanza
In questo senso, il valore di queste proposte di legge sulla libertà religiosa è complementare al nuovo disegno di legge sulla cittadinanza proposto dal Ministro Amato e al quale anche i membri della Con-sulta per l?Islam Italiano hanno potuto contribuire con le loro analisi e proposte concrete. Entrambe le proposte di legge tendono a ?comunicare? e far ?partecipare? tutti i cittadini di ogni religione a questa tradizione di apertura, di scambio e di confronto nazionale, disegnando il quadro normativo dei diritti e dei doveri di tutti i religiosi in Italia.

Sì all’intervento del Ministero nella nomina degli imam
L?unica sostanziale differenza tra le due proposte di legge si riferisce all?articolo sui ministri del culto. Tendo a favorire la proposta dell?On. Spini proprio perché, in attesa dell?auspicabile riconoscimento di un ente morale per il culto islamico o di un?Intesa con una rappresentanza esponenziale della Comunità Islamica, è opportuno che il Ministero dell?Interno possa coadiuvare la nomina dei ministri di culto musulmani, per evitare la diffusione di predicatori di dubbia integrità morale, scarsa preparazione dot-trinale e significativa ambiguità nel rispetto dell?ordinamento dello Stato. Tale misura preventiva tute-lerebbe tutti i cittadini italiani e tutti i veri musulmani dall?essere bersaglio di chi strumentalizza la reli-gione e il sermone del venerdì per fare della propaganda politica transnazionale e promuovere più o meno apertamente una rivoluzione islamista in Occidente.

Coreis, l’interlocutore che c’è
Alla luce della nuova, eterogenea e poco integrata presenza di oltre un milione di musulmani nel nostro Paese e, d?altra parte, della consolidata presenza di una corrente del movimento politico transnazionale dei ?Fratelli Musulmani?, le Istituzioni italiane hanno giustamente lamentato la difficoltà di identificare un interlocutore musulmano affidabile. A volte tuttavia si esagera, pretendendo di trovare chi sia in grado di risolvere, contemporaneamente e quasi per magia, l?organizzazione del culto islamico, l?immigrazione regolare e clandestina, l?integrazione degli extracomunitari, gli scambi euro-mediterranei, il commercio estero italo-arabo, la microcriminalità, il processo di pace in Medio Oriente e la minaccia del terrorismo internazionale.
Per evitare questo errore, desidero porre alla Vostra attenzione come questa stessa proposta di legge ri-badisca l?opportunità, per una associazione religiosa, di richiedere il riconoscimento giuridico, secondo un preciso percorso, al Ministero dell?Interno e al Consiglio di Stato, che possono verificare la dignità morale dell?interlocutore e la coerenza dello statuto con gli scopi esclusivamente cultuali dell?associazione, che deve essere rappresentata da un cittadino italiano. A tal proposito, devo lamentare un?immotivata discriminazione nei confronti della CO.RE.IS. (Comu-nità Religiosa Islamica) Italiana che, pur avendo già ottenuto il parere favorevole del Ministero dell?Interno e del Consiglio di Stato da oltre 5 anni, attende tuttora di ottenere l?auspicato riconosci-mento come ente morale per il culto islamico.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.