Non profit

Inizia il dopo istituto: la voce alle communit

Un testo redatto dal Gruppo minori del Cnca - Coordinamento nazionale comunità d’accoglienza fa il punto sulla situazione delle comunità in Italia

di Benedetta Verrini

S?intitola Responsabilità comuni. Chiudere gli istituti per minori non basta, ed è un testo redatto dal Gruppo minori del Cnca – Coordinamento nazionale comunità d?accoglienza per fare il punto sulla situazione delle comunità in Italia e sul futuro delle politiche territoriali di assistenza e tutela dei bambini in stato di abbandono. Ecco cosa evidenzia.

Il messaggio è molto chiaro: chiudere gli istituti non basta per realizzare una piena tutela dei minori. La deadline del 31 dicembre 2006, contenuta nella legge 149/2001, per il Cnca non deve dar spazio a equivoci. Chiudere davvero gli istituti non significa ristrutturare edifici e adeguare la facciata.

È un processo – si legge nel prezioso testo di analisi <i>Responsabilità comuni</i> – che richiede una «forte ricondivisione del sistema di corresponsabilità tra tutti i soggetti coinvolti nel sistema educativo», cioè tra istituzioni pubbliche, servizi sociali, contesto sociale, comunità educativa. Posto che, almeno per il momento, il ruolo svolto da comunità di accoglienza familiari o di tipo familiare è «ancora ineludibile », il rapporto tra i vari soggetti coinvolti nella responsabilità educativa va ridefinito, perché si possa superare «il limite dell?autoreferenzialità, della distanza progettuale e, soprattutto, della delega deresponsabilizzante».

Bisogna, ad esempio, porre maggiore attenzione al rischio di una ?deriva formalistica? nei rapporti tra ente pubblico e comunità, oggi aggravata dal progressivo «disinvestimento culturale ed economico in materia di politiche sociali da parte delle istituzioni pubbliche». Questo quadro, infatti, frantuma ogni progetto riducendolo a «prestazione », logica quanto mai deleteria nella tutela dell?infanzia, dove l?accoglienza rischia di essere uno sterile ?collocamento?.

«Ciascuno si riappropri dei compiti che gli spettano e si riassuma esplicitamente le proprie responsabilità», scrive il Cnca, che sottolinea l?urgenza di contratti chiari (attraverso le convenzioni, la carta dei servizi, ecc.) tra comunità e servizio sociale.

Ma di quale comunità stiamo parlando? Anche questo nodo viene affrontato. «Accanto ai requisiti strutturali previsti per la ?civile abitazione? è irrinunciabile l?esplicitazione di indicatori verificabili di qualità, tali da costituire degli standard». Si tratta, in particolare, dell?esistenza effettiva di processi di vita comunitaria e di rapporti significativi tra adulti e minori; della sussistenza di rapporti quotidiani; della formulazione e realizzazione del Pei – Progetto educativo individualizzato; di forme adeguate di coinvolgimento della famiglia d?origine; della formazione di base e permanente degli educatori e della loro supervisione; di un metodo di lavoro definito; dell?esistenza di corretti rapporti di collaborazione con i servizi.

Queste le principali linee di sviluppo indicate dal libro del Coordinamento. Che ricorda, in conclusione, come il vero superamento degli istituti non può prescindere da un disegno di politiche sociali articolato, capace di rafforzare gli interventi a sostegno delle famiglie in difficoltà, dare un valido supporto alle scelte di accoglienza delle famiglie affidatarie, promuovere situazioni di benessere nella società.

Un report di analisi e proposta

Non un punto di arrivo, ma una tappa nel percorso di riforma dei servizi di accoglienza dei minori: questo vuole
essere il libro Responsabilità comuni. Affronta in modo lucido il problema del ruolo della comunità per minori, l?identità dei soggetti accolti, la quotidianità all?interno della struttura, i rapporti con i servizi, il territorio e la famiglia d?origine, il ruolo dell?educatore.

Per richiederne una copia:
Anna Cavallo – Cnca
tel. 06.44230395
segreteria.generale@cnca.it

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