Famiglia

Le mie suore hanno sette figlie in testa

Emergenza orfani da Aids in Tanzania: Un sacerdote passionista da il via a una nuova congregazione. Dove le donne fanno voto di castità. E di maternità...

di Sara De Carli

Gli orfanotrofi no, per amor di Dio! Perché i bambini lì diventano galline. Li prendi dalla strada e li stivi nel pollaio. Un trespolo per dormire, una latta per mangiare e stop. «Ma un bambino non è una gallina: per un bimbo ci vuole una famiglia, una mamma », dice padre Fulgenzio Cortesi. Missionario passionista, la missione gli è toccato farla in Italia, nei seminari. E la passione per l?Africa l?ha sublimata inventando il Museo africano di Calcinate, in provincia di Bergamo. Fino a quando, nel 1999, a 62 anni, arriva quello che lui definisce ?il dono? di un tumore. E padre Fulgenzio parte: destinazione Tanzania, Dar es Salaam. Dove oggi ha una famiglia fatta di mille bambini e cento mamme. Sono le Mama wa yatima, le ?mamme degli orfani?: le prime suore al mondo che fanno il voto di diventare mamme.

Tre voti più uno

Mama wa yatima è la congregazione appena fondata da padre Fulgenzio: l?arcivescovo di Dar es Salaam, Polycarp Pengo, l?ha riconosciuta il 14 settembre 2006. Ai tre voti classici (povertà, castità e obbedienza) ne aggiungono un quarto: dedicarsi ai figli degli altri. Castità e maternità scelte entrambe, contemporaneamente, per tutta la vita. Idea originale e coraggiosa. Padre Fulgenzio si schermisce, burbero: «Come qualsiasi mamma. Non si tratta di una dedizione generica: ogni suora sarà la responsabile di una casa, e quindi diventerà la mamma di una decina di ragazzi. Farà da mangiare, li seguirà nei compiti, nell?educazione? Sempre gli stessi, finché restano, perché i miei ragazzi non girano indifferentemente da una casa all?altra. Questo carisma è una necessità in Africa: nel 2010 qui ci saranno 28 milioni di orfani per Aids».

Le case di cui parla padre Fulgenzio sono quelle del Villaggio della gioia, nato nel 2002 per accogliere mille orfani. In Tanzania ce ne sono un milione e 100mila. L?impianto del progetto lo ha dettato Josephine, 8 anni. È lei che una mattina bussa alla porta di Fulgenzio: «Volevo dirti grazie». E perché? «Perché l?altro giorno mi hai fatto una carezza. Non mi accarezza mai nessuno. La mia mamma è morta di Aids, il papà non ce l?ho. C?è solo una vecchia zia cieca, che non mi accarezza mai». Altro che galline.

Il Villaggio della gioia parte con due case famiglia, dodici posti letto ciascuna. Cucina, sala da pranzo, una stanza per studiare e giocare, due camere per i maschi e due per le femmine. 18 bambini arrivano nel 2004. Altri 52 sono arrivati il 1° gennaio. Il governo li affida a padre Fulgenzio: non un?adozione ufficiale, ma l?idea è quella. I bambini restano al Villaggio per sempre, senza scadenze. Come i figli. La scuola, il forno, la stalla, il pollaio, un campo da calcio, ma… «Per mille bambini ci vogliono almeno cento mamme. Ho chiesto in giro, ma cento suore da darmi non le ha nessuno», dice padre Fulgenzio. È per questo che si decide a confidare all?arcivescovo Pengo quella che gli sembra una tentazione diabolica: le suore- mamma. «Fulgenzio, è un?idea meravigliosa! Perché hai aspettato tanto a dirmelo? », esplode l?arcivescovo.

Cento candidate

Dopo l?approvazione della congregazione, a padre Fulgenzio sono arrivate un centinaio di richieste. Va bene che la certezza di dedicarsi ai bambini può alleggerire il peso del voto di castità, ma cento aspiranti suore non sono tante anche in Africa? «Molte pensavano di trovare un lavoro: sono rimaste in dodici. Sono donne sopra i 25 anni, sono maestre, parlano l?inglese, hanno capito perfettamente cosa stanno scegliendo». Perché allora il voto di castità rimane? «Sono sicuro che la maternità rende la donna più completa e quindi completa l?essere suora. Ma anche il voto di castità è bello: è una scelta che non può essere cambiata. È una dedizione assolutamente gratuita, senza ombra di possesso: queste donne si impegnano ad amare per sempre dei figli che non sono e non saranno mai loro».

Per il momento le suore di padre Fulgenzio sono tutte tanzaniane: «Una suora italiana farebbe una famiglia italiana, invece è importante mantenere il modello famigliare di qui. Ma spero che di Villaggi della gioia le Mamme degli orfani ne fondino mille, in tutto il mondo». Sarà grato al Signore per questa idea? «Scherza? Io sono arrabbiato con lui! Poteva darmela prima l?idea. Oppure darla a un prete più giovane e sano. Con tutto quello che c?è da fare!».

Info: www.ilvillaggiodellagioia.it
Per scrivere a padre Fulgenzio: babafulgenzio@alice.it


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