Non è fatto male, ma è così generico che non dice nulla. Così fratel Celestino Zanoni, vicepresidente della Fict , quando faceva l?insegnante valutava «quei temi scritti in bello stile, ma privi di un contenuto concreto». Lo stesso giudizio oggi gli torna utile per analizzare il programma dell?Unione in tema di tossicodipendenze. Il succo della strategia di un eventuale governo di centrosinistra è contenuto in 13 righe sotto il capitolo «Educare, prevenire, curare. Non incarcerare». Un documento che, secondo la Fict, è il risultato di una coalizione molto ampia che di fatto «ha deciso di non decidere». Qualche esempio? Zanoni: «Il capitolo si chiude con l?impegno ad abrogare la legge voluta dal centrodestra, senza però dire quale strada seguire. Se così fosse si tornerebbe alla Vassalli-Jervolino del 1990». E ancora: «Ci piacerebbe conoscere con quali strumenti il centrosinistra pensa di distinguere il consumo dallo spaccio».
Non nasconde la sua delusione nemmeno don Antonio Mazzi, fondatore di Exodus, che, a differenza della Fict, ha deciso di boicottare l?ultima conferenza nazionale sulla droga. Adesso però il pollice verso è nei confronti dell?Unione. «Queste poche righe dimostrano una miopia preoccupante. Ridurre il problema dei giovani alle dipendenze è una cretinata. Ma in quasi 300 pagine il centrosinistra non ha trovato lo spazio per parlare concretamente di aiuti alle famiglie, di apertura delle scuole al mondo degli operatori, del tempo libero, delle periferie e dell?ingresso ritardato nel mondo del lavoro». Per Lucio Babolin, presidente del Cnca invece «la proposta dell?Unione va nella giusta direzione, anche se non capisco perché abbiamo preferito il termine ?decriminalizzazione? rispetto al più consueto ?depenalizzazione?, che significherebbe il superamento della distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti, così come avevamo concordato».
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