Volontariato

Chi ha paura dei cittadini Rom?

La tanto temuta invasione non ci sarà. Il vero tema da affrontare sono i diritti della minoranza più numerosa del continente

di Carlotta Jesi

Sono i cittadini più poveri del Paese più povero d?Europa. Basterebbero i meno di 4 euro al giorno con cui vivono – in uno Stato che già vanta il triste record di salari pari appena al 16% della media europea – a spiegare perché i 3 milioni di Rom rumeni sono la popolazione che più ha da guadagnare dall?ultima fase dell?allargamento a Est dell?Unione Europea. Quella che, il primo gennaio, ha trasformato Bulgaria e Romania nel 26esimo e 27esimo Stato di Eurolandia. Invece c?è di più: i Rom sono anche la popolazione più giovane del Continente – la metà ha meno di 20 anni – e quella che ha le più basse prospettive di vita. Da 10 a 15 anni di vita in meno degli altri cittadini Ue.

Emigreranno in massa verso i vecchi Stati membri per sfuggire all?indigenza e alle discriminazioni cui sono sottoposti? Bruxelles non ha dubbi: l?invasione ci sarà. E annuncia che, dal primo gennaio, grazie all?ingresso dei 3 milioni di zingari rumeni e degli 800mila che si calcola vivano in Bulgaria, la popolazione Rom di Eurolandia ha raggiunto quota 12 milioni. Confermando di essere la minoranza etnica più popolosa del continente. Nonostante il problema sia stato affrontato dalle istituzioni europee a partire del 1993, con la risoluzione 1203 del Consiglio d?Europa che li riconosce come minoranza, «i Rom rimangono una minoranza tutelata a parole ma non nei fatti», denuncia Maurizio Pagani dell?Opera Nomadi. «Con l?eccezione di Paesi come Ungheria e Spagna, in Europa i nomadi continuano ad essere discriminati».

In Italia, dove si calcola vivano 150mila rom rumeni e dove l?allarme per un?imminente invasione di zingari risuona quasi giornalmente sulla stampa, le cose vanno anche peggio. «Non solo nel 1999 Rom e Sinti sono stati esclusi dalla legge sulle minoranze etnico-linguistiche, ma continuiamo a pensare che l?unico modo di accogliere le popolazioni nomadi sia in campi rom o in villaggi della solidarietà», spiega Pagani. Denunciando che nel nostro Paese manca completamente una declinazione chiara del principio di diritto di riconoscimento dei Rom. «Lo provano i 30mila Rom slavi che vivono qui da 35 anni con le loro famiglie senza alcun tipo di documento di identità e la sistematica distruzione dei beni dei Rom da parte di amministrazioni pubbliche che per tutti gli altri cittadini riconoscono il valore della proprietà privata».

All?invasione di rumeni e bulgari, e alla conseguente emergenza nomadi, Pagani non crede. «Ci saranno nuovi ingressi, ma non al punto da porre problemi di accoglienza quantitativa. Dal punto di vista delle politiche sociali, l?impatto sul territorio dei nuovi Rom non desta particolari preoccupazioni. Questo però non vieta che la questione dei nuovi flussi venga esasperata e strumentalizzata dalla politica».

Per risolvere questo e altri problemi legati al nuovo allargamento a Est, l?anno scorso una cordata di europarlamentari socialisti ha cominciato a chiedere la nomina di uno speciale Commissario europeo per la questione Rom. Non se n?è fatto nulla. Col risultato che bastano 4 milioni di Rom rumeni e bulgari per far tremare Eurolandia.

Info: web.tiscali.it/operanomadimilano/


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