Formazione

Scuola, nuove idee si cambia gita

È un fenomeno che riguarda ben 7 milioni di studenti all’anno. Ma sulle gite scolastiche incombe una pessima immagine.Ora professori e presidi stanno ripensandole.

di Emanuela Citterio

Il turismo sostenibile è il turismo di domani. Se ne stanno accorgendo sempre di più anche i tour operator». Cristina De Padova è la responsabile della segreteria organizzativa della Borsa del Turismo scolastico, una manifestazione di carattere commerciale,che da sei anni fa incontrare domanda e offerta in questo settore. La prossima edizione, a Genova dal 21 al 23 novembre, ospiterà una parte espositiva in cui i tour operator faranno le loro proposte e chi lavora nella scuola verrà a cercare nuove idee per le gite di quest?anno.
Insegnante di storia dell?arte in pensione, con 25 anni di gite scolastiche alle spalle, Cristina De Palma, dal suo osservatorio sulla scuola, sottolinea quello che può essere definito un vero e proprio trend. «La richiesta di viaggi di turismo sostenibile è in crescita già da un po? di tempo. E stanno nascendo tutta una serie di soggetti che prestano sempre più attenzione a questo fenomeno».

Cambiare date
A muoversi sono i tour operator che stanno inserendo nei propri cataloghi proposte di turismo attento all?ambiente e più diversificato per quanto riguarda le mete. E, nel campo del turismo scolastico, esperienze pilota che vanno in questa direzione sono nate dall?iniziativa di Regioni, Pro loco, aziende agricole e associazioni non profit. «Una delle esperienze più interessanti è quella delle fattorie didattiche», racconta Cristina De Palma. «Ne esistono già 276, sparse in tutta Italia, e sono nate dall?iniziativa di aziende agricole biologiche, con il supporto di Regioni e Province. Propongono alle classi esperienze guidate in cui i ragazzi partecipano alla vita quotidiana della fattoria, imparando a distinguere le diverse colture, a conservare la frutta, a fare il pane e persino ad allevare in modo sano gli animali».
La Regione capofila di questo progetto innovativo, che mette in rete agriturismi e aziende bio, è l?Emilia Romagna. Il Piemonte invece, è la Regione pilota di un altro progetto di turismo sostenibile per le scuole, quello degli ecomusei. Niente a che vedere con vetrine e catalogazione di oggetti, si tratta invece di porzioni di territorio in cui vengono conservate vecchie miniere, mulini, filande. Insomma, le attività produttive che hanno segnato la storia di un territorio. «Eco sta per economico più che per ecologico», spiega la signora De Palma. «I ragazzi apprendono in modo interattivo come si lavorava in una miniera, o la vita delle risaie. E intanto il territorio viene valorizzato, il turismo crea lavoro, e un patrimonio storico e culturale che rischia di essere dimenticato viene, viceversa, custodito».
I dati raccolti dalla Borsa del Turismo scolastico dicono che ogni anno si muovono 7 milioni e 500 studenti, circa 12mila scuole. Per quanto riguarda la recettività, il 91 per cento delle scuole scelgono ancora gli alberghi, il 6 per cento gli agriturismi, il 2 per cento le case vacanze e l?1 per cento i rifugi.
Idee per rendere l?impatto di questo tipo di turismo più sostenibile? «Innanzitutto ridistribuire le date», dice Cristina De Palma. «Non è obbligatorio programmare la gita per marzo o aprile. Le città sono prese d?assalto e gli studenti non hanno la possibilità di osservare e di assimilare con calma. Un altro problema da affrontare è la programmazione: la gita deve essere preparata con cura e rientrare in un percorso di crescita culturale. In poche parole bisogna educare al viaggio». Parola di prof.

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