Sostenibilità

La riserva naturale fa bene a tutti

Progetti in corso/ Kenya: L’esperimento di Kiunga. Salvare la costa coinvolgendo chi ci vive da sempre

di Redazione

Ridurre il livello di povertà delle popolazioni locali, tutelare la biodiversità, modificare i comportamenti in funzione di una gestione sostenibile delle risorse, ottenere il coinvolgimento delle comunità locali in tutte le attività relative alla gestione delle risorse naturali. Questi gli obiettivi del progetto Kiunga, in Kenya, che vede il WWF impegnato nella conservazione degli habitat terrestri, costieri e marini dei 250 chilometri quadrati di riserva marina. Situata alla confluenza delle due principali correnti dell?Oceano Indiano, la riserva di Kiunga tutela tre habitat marini interdipendenti: foreste litoranee di mangrovia, praterie marine e l?antistante barriera corallina. Questi habitat sono minacciati da pratiche insostenibili di pesca, dall?erosione costiera, dallo sviluppo turistico incontrollato, dal prelievo di legname, dalle alterazioni dovute all?inquinamento e dalla moria dei coralli dovuta all?innalzamento della temperatura marina.

Nel 1996, il WWF e il Kenya Wildlife Service hanno iniziato a collaborare al fine di sviluppare una strategia a lungo termine, dal 2003, a supporto e continuazione delle attività già a avviate, è nato il progetto che vede coinvolti il WWF Internazionale, quello italiano e la Fondazione Cariplo. «L?obiettivo non è solo dare un significativo contributo alla conservazione e allo sviluppo sostenibile dell?habitat della riserva, ma anche di promuovere il benessere delle comunità locali che vivono nell?area», dice Sam Weru di Earpo, il programma regionale WWF per l?Est Africa. La comunità della riserva è costituita da 30mila persone di etnia Bajuns e 4mila di etnia Boni, entrambi dipendenti dalle risorse del territorio per quanto riguarda la pesca, la raccolta di miele, la raccolta di piante medicinali, del legname e dell?utilizzo dell?acqua. Coordinare le attività economiche delle comunità locali risulta fondamentale: la mancanza di un sistema di gestione coordinato significa incrementare le minacce per questo ecosistema unico al mondo. La riserva marina di Kiunga ospita, oltre al dugongo, mammifero marino tra i più minacciati di estinzione, cinque specie di tartarughe marine: ad oggi sono stati difesi o traslocati 600 nidi di tartarughe marine, registrata la schiusa di 35mila uova, marcate 37 tartarughe femmine e ridotta la loro mortalità.

Accanto alla difesa della biodiversità, l?altro obiettivo primario è quello di incrementare il livello di educazione (grazie a specifici programmi di sostegno all?istruzione primaria e secondaria) e di consapevolezza degli abitanti all?interno e intorno alla riserva marina sul valore delle risorse marine e terrestri, e promuovere lo sviluppo e la partecipazione di attività sostenibili da parte di chi utilizza le risorse locali, come amministratori o piccole imprese. Per contribuire alla riduzione della povertà delle popolazioni locali, più di 300 donne di sette villaggi sono attivamente coinvolte nel creare e produrre una serie di oggetti ottenuti utilizzando i rifiuti spiaggiati, in particolare l?enorme quantità di sandali in plastica che le correnti marine accumulano sulle spiagge della riserva. Questa attività svolge una duplice funzione: libera le spiagge da una parte dei rifiuti che disturbano la nidificazione delle tartarughe e genera reddito per le comunità locali derivato dalla vendita degli oggetti quali borse, monili, portachiavi, tende.

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