Formazione

Media e disabili: rapporto difficile

Attenzione solo ad eventi eccezionali e alla cronaca nera

di Carmen Morrone

Il disabile e’ pressoche’ ”ignorato” dai media italiani, che dedicano spazio spesso solo alle storie di cronaca, a fatti curiosi o a vicende sportive che riguardano i portatori di handicap, senza entrare nella quotidianita’ dei problemi e delle speranze di quasi tre milioni di persone, pari al 5% della popolazione del nostro paese. Percentuale che sale al 13 considerando tutte le possibili disabilita’. Sono questi i risultati della ricerca ”Handicap e media”, promossa dalla fondazione Matteotti in collaborazione con il master in giornalismo di Tor Vergata e presentata oggi a Roma, alla Fondazione Cassa di Risparmio. L’indagine, fatta nel terzo trimestre 2005, ha riguardato sei agenzie, otto quotidiani e quattro periodici: ”l’immagine della disabilita’ che traspare dal sistema mediatico nazionale, sembra, di volta in volta, troppo forte o troppo debole, sopra le righe o appena sussurrata, spesso inadeguata, quando non totalmente assente”, spiegano gli autori dello studio, che ha evidenziato una copertura via via sempre meno presente se si passa dalle agenzie ai settimanali. Dal punto di vista quantitativo, c’e’ una ”grande distanza che separa i media, e quindi il pubblico e la societa’ tutta, da una rappresentazione normale di una disabilita’ normale”. Questo perche’, esaminando la ”qualita”’ dell’informazione, emerge che il 50% dello spazio e’ dato alle imprese eccezionali, sportive e non, e agli interventi straordinari che riguardano i disabili. Il 30% delle notizie interessano l’aspetto ”disagio”, quando si parla di violenze, abusi o mancato rispetto dei diritti dei portatori di handicap. Soltanto poco meno del 20% e’ dedicato, invece, alla ”normalita”’. L’obiettivo della ricerca, ha spiegato Angelo Sabatini presidente della fondazione Matteotti, e’ quello di dare vita ad un ”osservatorio permanente” di monitoraggio della presenza dei disabili nell’informazione. Allargando il campo anche a tv e radio, ha proposto il massmediologo Mario Morcellini, in quanto rappresentano i mezzi piu’ importanti per far arrivare una giusta informazione a tutti. Invito che e’ stato raccolto da uno dei responsabili della ricerca, Alberto Aghemo, segretario della fondazione Matteotti, che ha gia’ annunciato per il 2006 l’intenzione di monitorare anche tv e radio. L’invito a fare uno ”sforzo per superare la lacuna esistente” e’ stato fatto da Bruno Tucci, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio: ”Si tratta di fare uno sforzo ulteriore per considerare queste persone come integrate, non altri” rispetto a noi.


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