Famiglia

Piemonte: gravi sprechi risorse della sanit

Sono queste le conclusioni a cui è giunta la commissione speciale di inchiesta sulla sanità voluta dal Consiglio regionale e insediatasi dopo lo scandalo delle Molinette

di Paolo Manzo

Nell’ultimo triennio, dal ’99 al 2001, e’ mancata da parte dell’amministrazione regionale piemontese ”un’attivita’ di controllo sulla gestione delle Asr”, determinando cosi’ ”sprechi di risorse che hanno contribuito alla crescita della spesa sanitaria”. Sono queste le conclusioni a cui e’ giunta la commissione speciale di inchiesta sulla sanita’ voluta dal Consiglio regionale e insediatasi lo scorso 29 gennaio, all’indomani dello scandalo tangenti che ha coinvolto l’ospedale Molinette di Torino. Sei mesi di lavoro hanno prodotto una relazione di oltre 30 pagine illustrata oggi in consiglio regionale dal presidente della commissione, Antonio Saitta. Lavori edili compiuti senza adeguata copertura finanziaria, troppe consulenze ed incarichi esterni, acquisti non coordinati tra le varie aziende, cessioni immobiliari finalizzate a coprire i deficit di bilancio sono, secondo Saitta, i principali indicatori della cattiva gestione amministrativa della sanita’ pubblica.”La regione -sottolinea il presidente della commissione nelle conclusioni della relazione- possedeva informazioni, elementi e dati per potere esercitare l’attivita’ di controllo, ma ha volontariamente rinunciato. Ha cosi’ incentivato, anziche’ reprimere, diffusi comportamenti amministrativi non sempre coerenti con l’ordinamento della pubblica amministrazione e conseguentemente sprechi di risorse che hanno contribuito alla crescita della spesa sanitaria”. In particolare, secondo Saitta, ”i verbali dei revisori dei conti, l’esame delle procedure per la fornitura di beni e servizi, le motivazioni con cui sono stati decisi l’istituzione di nuovi primariati e la gestione del patrimonio” indicano che le carenze di gestione sono riscontrabili in tutte le aziende sanitarie piemontesi. E questo per Saitta ha fatto si’ che ”il processo di aziendalizzazione delle Asr piemontesi che avrebbero dovuto introdurre elementi privatistici nella gestione e’ molto in ritardo. In numerose Asr -conclude- il maggiore potere gestionale di cui dispongono i direttori e’ stato utilizzato non per superare i noti limiti burocratici della pubblica amministrazione, ma spesso per rendere meno trasparenti i processi decisionali e la regione ha contribuito a rallentare l’aziendalizzazione perche’ centralizzando alcune decisioni, ad esempio in materia di predisposizione di bilanci e di scelte organizzative, ha di fatto contribuito a deresponsabilizzare i direttori”. Al termine della relazione si e’ aperto il dibattito in aula che nel pomeriggio sara’ concluso dagli interventi dell’assessore alla Sanita’ Antonio D’Ambrosio e del presidente della Giunta Enzo Ghigo.


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