Welfare

Lavoro: Centro impiego nelle carceri

Accadrà a Liguria per iniziativa del consiglio provinciale di Genova

di Carmen Morrone

Un centro per l’impiego nelle strutture penitenziarie per favorire il reinserimento occupazionale e sociale delle persone recluse a fine pena o durante le misure alternative alla detenzione. Oltre a nuove intese sull’integrazione delle persone in carcere con la provincia di Milano. Sono gli obiettivi della commissione Carceri del consiglio provinciale di Genova, che oggi ha incontrato l’assessore all’Integrazione sociale per le persone in carcere della provincia di Milano, Francesca Corso. La commissione provinciale di Genova, attiva da tre anni, presieduta da Milo’ Bertolotto (Ds) e composta da rappresentanti di tutti gli schieramenti politici, ha definito come linee prioritarie del 2006, la formazione e il lavoro e punta a realizzare il primo centro per l’impiego in carcere, avviando le necessarie intese con l’amministrazione penitenziaria in Liguria e le direzioni delle tre case circondariali di Marassi, Pontedecimo e Chiavari, con il sostegno tecnico e di competenze delle aree formazione e politiche del lavoro della provincia. ”Stiamo lavorando -dice Bertolotto- a un progetto sperimentale di un centro per l’impiego all’interno delle strutture carcerarie. Quelli che la provincia gestisce sul territorio stanno funzionando molto bene, per far incontrare percorsi formativi e opportunita’ di lavoro e ci sembra fondamentale che degli stessi servizi possano fruire anche le persone ristrette all’interno delle carceri, che difficilmente riescono a conoscere tutte le possibilita’ loro offerte per il reinserimento. Il centro per l’impiego rappresenta, quindi, anche un sostegno importante per il loro futuro”. In questo quadro si inserisce l’incontro della commissione con Francesca Corso, che nella giunta provinciale milanese guida l’assessorato all’Integrazione sociale per le persone in carcere o ristrette nella liberta’. ”Coniughiamo -spiega Francesca Corso- interventi interni ed esterni alle carceri per sviluppare l’umanizzazione delle pene, la difesa dei diritti negati o violati delle persone in carcere e una cultura alternativa, capace anche di smantellare il pregiudizio sociale. Abbiamo costituito una rete interistituzionale per sviluppare i progetti, che puntano sulle politiche del lavoro e la formazione professionale e sull’affettivita’, con spazi all’interno delle carceri per il ricongiungimento familiare e l’esercizio della genitorialita’ anche in detenzione, in luoghi adeguati e protetti per genitori e bambini”. ”Stiamo realizzando -annuncia Corso- anche un progetto di grande rilievo e importanza sociale per far uscire le mamme con i bambini piccoli dal carcere. Insieme al Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria stiamo realizzando una struttura comunitaria, a vigilanza attenuata, senza sbarre e molto piu’ umana, pronta tra qualche mese”.


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