Non profit

Sfida alle banche

A chi affidare i fondi da investire nel sociale? È aperta la partita tra istituti di credito e Terzo settore. Col sottosegretario al Tesoro, Roberto Pinza che tifa a favore del non profit

di Redazione

Il Terzo settore vuole che dalla legge quadro per la riforma delle fondazioni bancarie, attualmente in esame alla commissione Finanze della Camera, arrivi finalmente un segnale concreto dell?attenzione del Parlamento e del governo nei suoi confronti, dopo le tante promesse rimaste sulla carta.

E associazioni e cooperative sociali sembrano aver trovato un alleato importante: il sottosegretario al Tesoro Roberto Pinza. Che si schiera apertamente a favore del modello ?erogativo?, il più diffuso all?estero, secondo il quale le fondazioni devono erogare i fondi a soggetti non profit e controllarne l?impiego da parte di questi ultimi, senza impegnarsi però direttamente nella gestione delle attività di utilità sociale previste dalla legge.

«A mio parere le fondazioni, anche in Italia, dovrebbero seguire il modello ?grant making?», sostiene Pinza, «quello in cui questi enti finanziano quei progetti di utilità sociale che ritengono migliori e ne controllano la realizzazione».
L?altro modello possibile è quello cosiddetto ?operating?, in cui è la stessa fondazione a realizzare il progetto in prima persona, senza la mediazione di altri enti.

E il Forum del Terzo settore, un?associazione che raccoglie più di 70 enti di vario genere, ma tutti senza fine di lucro, ricevuta in audizione dalla commissione Finanze stessa alcuni giorni addietro, ha chiesto al Parlamento di inserire nel testo di legge l?indicazione del primo dei due modelli appena descritti. Senza però raccogliere nessuna assicurazione in tal senso: «Anzi, ho avuto la netta impressione che i membri della commissione non vogliano prendere posizione su tale tema», sostiene Nuccio Iovene, segretario generale del Forum, «lasciando libertà di scelta tra i due modelli alle singole fondazioni».
Altro punto chiave della riforma di questi enti, su cui il Parlamento dovrà presto prendere una posizione, è la composizione dei consigli di amministrazione.

Al loro interno i rappresentanti del privato sociale vorrebbero fossero inseriti anche dei rappresentanti degli enti non profit: «Gli amministratori di provenienza bancaria non conoscono quanto noi le realtà nelle quali dovranno intervenire i progetti finanziati dalle fondazioni», sostiene ancora Iovene, «e solo la presenza di un rappresentante del nostro mondo potrebbe garantire questa competenza». Per questo il Forum ha organizzato un convegno, che si terrà il 10 luglio a Roma, a Palazzo San Macuto.

La campagna

Promotore Forum del Terzo settore, settimanale ?Vita?
L?obiettivo Ottenere una legge di riforma delle fondazioni bancarie che tenga conto delle esigenze del non profit
Adesioni I centoquaranta parlamentari che aderiscono al Tavolo di confronto sul Terzo settore
Per aiutare Inviare un fax alla commissione Finanze chiedendo di accogliere le richieste del Forum, al numero: 06/67603145

L?opinione
Scelta trasparente
In materia di riforma delle fondazioni bancarie, sono anche io a favore del modello ?erogativo?, quello che assegna agli enti non profit il compito di gestire i progetti di utilità sociale finanziati dalle fondazioni stesse. Mi sembra quello che garantisce maggiore efficienza e migliore aderenza a una realtà che solo gli enti non lucrativi che operano sul territorio conoscono sufficientemente bene.
È però necessario che le singole fondazioni, prima di esaminare i progetti sottoposti dai diversi enti, facciano una mappatura della zona in cui si troveranno ad operare, indicando quali priorità intendono seguire nella loro azione. È l?unico modo per garantire la trasparenza degli investimenti. Per poi valutare i progetti in modo adeguato, i consigli di amministrazione dovranno prevedere appositi corsi di formazione per i singoli amministratori. Ed è in tal senso auspicabile che a comporre tali organismi siano chialmati anche rappresentanti del mondo non profit, i veri esperti del settore.

di Giorgio Fiorentini
Docente Univ. Bocconi, Milano

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