Economia

Legacoop: cooperative vittime e non complici della camorra

Queste le conclusioni della magistratura. Pubblichiamo la lettera che il presidente del Consorzio cooperative costruzioni ha scritto al premier

di Francesco Agresti

Non complici ma vittime. Queste le conclusioni del tribunale di Napoli al termine delle inchieste su presunti legami tra cooperative e camorra tant’è che i magistrati napoletani riconobbero ai cooperatori coinvolti il risarcimento per ingiusta detenzione. L’ex presidente del Consorzio cooperative costruzioni (Ccc), Fabio Carpanelli, prim di venire assolto con formula piena, passò ben sette mesi in carcere nell’inchiesta napoletana sui presunti rapporti tra esponenti della Legacoop e il clan di Carmine Alfieri per il controllo degli appalti in Campania. Poi fu assolto con la formula più piena. Carpanelli ha scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio, allegando una copia di libro “Operazione Katana” che ricostruisce la storia dell’inchiesta che riconobbe come i cooperatori furono appunto vittime e non complici. Ecco il testo intergale della lettera: “?Gentilissimo Signor Presidente, mi permetto di rivolgermi direttamente a Lei poiché in questi giorni gli organi di informazione hanno riportato alcune Sue affermazioni relative al presunto rapporto che Lei sostiene essersi attuato tra cooperative aderenti a Legacoop e l?organizzazione camorristica risalente al 1995. Poiché le Sue affermazioni hanno indirettamente chiamato in causa anche la mia persona, ritengo da parte mia legittimo e doveroso ribadire che, oltre a me, tutti gli esponenti della Cooperazione coinvolti nelle indagini della Procura di Napoli sono stati scagionati da ogni addebito penale, dopovari gradi di giudizio, e non per intervenuta prescrizione, come documentato e verificabile negli Atti processuali. Limitandomi al mio caso, in sede di udienza preliminare, ?per non aver commesso il fatto?. La minuziosa ricostruzione di quelle vicende, documenti alla mano, è contenuta in una pubblicazione che ho il piacere di inviarLe. Per l?insigne carica istituzionale che Lei ricopre e il valore dei comportamenti ad essa connessi, sono certo che condividerà il mio buon diritto a tutelare, con la verità dei fatti, l?onorabilità mia, dei miei colleghi, e dell?Associazione delle Cooperative per la quale ho operato. E? questa la ragione che ha motivato la pubblicazione di ?Operazione Katana?: non la polemica retrospettiva con la Magistratura o con chicchessia, ma la riaffermazione della innocenza e della onorabilità di tante persone e di una grande e rispettabile Associazione sociale ed imprenditoriale, la Lega delle Cooperative?.


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