Formazione

Toscana: protocollo d’intesa per la tenuta del welfare

Lo hanno sottoscritto Regione e rappresentanti di tutto il mondo del sociale: Anci, Uncem, Urpt, organizzazioni sindacali, cooperazione sociale, volontariato e associazionismo

di Benedetta Verrini

Un protocollo d’intesa per mantenere in Toscana l’attuale livello, in termini sia di qualità che di quantità, dei servizi di assistenza alle categorie più deboli della popolazione. Lo hanno sottoscritto, stamattina a Palazzo Bastogi, Regione e rappresentanti di tutto il mondo del sociale toscano: Anci, Uncem, Urpt, organizzazioni sindacali, cooperazione sociale, volontariato e associazionismo.
“Si tratta di una novità per la nostra regione – ha spiegato l’assessore alle politiche sociali, Gianni Salvadori – che nasce dalla volontà di difendere un modello di welfare che in molti ci invidiano. E’ un passo importante quello che compiamo oggi, tutti insieme. L’universo del sociale in Toscana si trova a fare i conti con un dimezzamento delle risorse che rischia di compromettere il il funzionamento di questo modello. Faremo dei sacrifici, conterremo altre voci di spesa, ma l’assistenza alle fasce più deboli continueremo a garantirla”.

In base al protocollo d’intesa, la Regione si impegna, per il 2006, a trasferire fino al 75% delle risorse finanziarie erogate nel 2005, ad anticipare entro febbraio una somma pari a 15 milioni e 630 mila euro (equivalente alla mancata assegnazione statale), a destinare 1 milione e mezzo di euro al Fondo sociale regionale di Solidarietà Interistituzionale per sostenere gli interventi di accoglienza realizzati dai comuni, a dare il proprio sostegno alla contrattazione con il governo per arrivare ad un’intesa che riporti l’entità del fondo sociale nazionale ai livelli del 2004 anche per i prossimi anni. A realizzare, attraverso il PISR 2006-2010, una programmazione integrata con il Piano Regionale Sanitario e a promuovere, d’intesa con gli enti locali, un’analisi della spesa sociale per zona socio-sanitaria a partire dai dati ISTAT 2003 sulla spesa sociale.
Gli enti locali, da parte loro, si impegnano ad assicurare il mantenimento degli standard quali-quantitativi esistenti nell’erogazione dei servizi alla popolazione, a promuovere, pur riconfermando il ruolo pubblico nella programmazione dei servizi, intese per la coprogettazione fra le parti sociali, le organizzazioni rappresentative dei bisogni dei cittadini, le aziende pubbliche di servizi alla persona, le fondazioni bancarie.
Tutti i firmatari del protocollo si impegnano infine a costituire un tavolo regionale con lo scopo di monitorare le scelte assunte a livello territoriale nelle singole zone distretto e ad incontrarsi, entro giugno, per verificare l’attuazione del documento e per valutare l’evoluzione del quadro nazionale e locale, nonché le risorse disponibili a garantire la tenuta del sistema nella seconda metà del 2006 e nel medio-lungo periodo.
“Per assicurare l’obiettivo prioritario della tenuta del sistema di welfare locale – ha proseguito l’assessore – è indispensabile la disponibilità di tutti i soggetti che fanno parte del sistema stesso. A tal fine è indispensabile costruire tutte le sinergie possibili affinché l’impiego delle risorse finanziarie disponibili risulti più efficace anche attraverso l’impegno delle risorse umane, professionali e di organizzazione dell’intero sistema sociale toscano”.
La presa di posizione del mondo sociale toscano è una risposta ferma alla politica perseguita dal governo “che – ha aggiunto Salvadori – in più di un’occasione, sia negli incontri ufficiali come le Conferenze unificate Stato-Regioni che in quelli informali con i vari rappresentanti degli enti locali, ha promesso che il taglio al fondo sociale nazionale non ci sarebbe stato. So di ripetere concetti già espressi, ma è bene che a Roma sappiano che noi in Toscana non ci arrendiamo e che in qualche modo i soldi per fornire i servizi ad anziani e disabili li troveremo”.

“La finanziaria 2006 – è intervenuto Paolo Fontanelli, presidente ANCI Toscana – crea le condizioni per una reale diminuzione dei servizi ai cittadini. Inoltre il dimezzamento del fondo sociale ha creato un buco nei conti dato che i servizi i comuni li hanno erogati, e questo è stato possibile anche grazie all’impegno straordinario della Regione. Il taglio chiesto dal governo alla spesa corrente dei comuni finisce per penalizzare quelli più virtuosi, ovvero che spendono di più per la fornitura dei servizi ai cittadini. Per quest’anno c’è da mettere in conto una riduzione di circa 250 mila euro e saranno i servizi la voce che sarà più colpita”.

“Nei comuni montani – ha aggiunto Oreste Giurlani, presidente UNCEM Toscana – vogliamo mantenere l’attuale livello dei servizi ma proprio in questi giorni stiamo cercando di capire come fare perché il costo passerà dai 20 euro a persona a 27. Spero che grazie anche a questa intesa si possa evitare un aggravio di spesa per la comunità”.

“Dovete spiegarmi una cosa – ha ribadito Alessandro Martini, Urpt – come si fa a dare 1000 euro per ogni nuovo nato e contemporaneamente ridurre gli asili nido? Qualcuno deve spiegarmi questa politica contraddittoria e perversa”.

“Stanno attaccando l’idea di spazio pubblico – ha dichiarato Vincenzo Striano, del Forum del Terzo Settore – ponendo di fatto un limite alla libertà. Con questo tipo di politica si punta a dare risposte soltanto di tipo individuale, un approccio che non può reggere. L’esperienza toscana dimostra che esiste la volontà di creare un laboratorio che potrebbe interssare tutto il paese”.

“Ci aspettano giorni duri – ha detto Mario Fineschi, Consulta del Volontariato – ma l’incontro di oggi testimonia la volontà di adottare un procedimento democratico per far partecipare tutto il mondo del sociale, la prima volta che accade in Toscana”.

“Il modello di stato sociale proposto dal governo – ha concluso Romano Manetti, Pubbliche Assistenze – è lontano dal concetto universalistico che esiste qui da noi. E dato che la Toscana costituisce, a detta di tanti, un modello cui ambire è ovvio che queste decisioni ci penalizzeranno più degli altri”.

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