Formazione

Lei che è stata davvero Maria

Parla la Madonna bambina di Pasolini: Margherita Caruso nel 1964 aveva 14 anni. PPP la scelse per girare le scene della Natività nel suo 'Vangelo'. Non ha fatto più film

di Sara De Carli

L?unica pancia della sua vita Margherita l?ha avuta per finta, sul set. Una pancia a punta, Pasolini la voleva così, perché quello che doveva nascere era un maschio. E allora togli e metti il cuscino sotto gli abiti di scena, schiaccialo, legalo, dagli due punti. È strano pensare a Pasolini chino a discutere della forma di una pancia, è un cortocircuito tra l?intellettuale e il contadino. Non male come simbolo del presepe.

Margherita Caruso è la Maria giovane nel Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini. La Maria della vita pubblica era invece Susanna Colussi, la madre di Pasolini. Una Maria che c?è solo nel capitolo due del Vangelo, 23 versetti e sei scene in tutto, e che non pronuncia una parola. Una Maria tutta pancia e occhi. Che lei, una quattordicenne qualsiasi di Crotone, dovesse essere la Madonna in un film di Pasolini, Margherita lo ha scoperto a casa di Pasolini, ai Parioli, il giorno del provino. A Crotone, quando quello straniero l?aveva avvicinata all?uscita della messa, nel crocchio cicalante delle amiche, le aveva solo proposto di fare un film. Lei Pasolini non l?ha riconosciuto, neanche quando lui si è tolto gli occhiali scuri e, incredulo, le ha detto il suo nome. Né si è preoccupata di informarsi, una volta a casa.

Margherita aveva solo 14 anni, si sentiva un brutto anatroccolo, e non le sembrava vero di essere stata scelta per fare l?attrice. «Quando poi a Roma Pasolini mi ha detto che dovevo fare la Madonna, mi sono spaventata. Io non sono neanche un?attrice, come posso fare la Madonna? Però poi ho pensato che Maria aveva la mia età quando l?angelo le è apparso e le ha detto che era stata scelta per diventare la madre di Gesù. Era molto peggio che essere scelta da Pasolini per fare Maria in un film. Sarà stata spaventata, Maria, era un bell?impegno: ma ha detto di sì. E con l?incoscienza dei quattordici anni ho detto di sì anche io».

Oggi Margherita per strada non la riconosce nessuno, il Vangelo è l?unico film che ha fatto, poi è sempre stata tecnico di laboratorio all?ospedale San Carlo di Milano, nefrologia e dialisi, visto che nel 1973 di periti chimici donne alla Montedison di Crotone non sapevano che farsene. Dopo il Vangelo ha riprovato solo una volta con il cinema, per La Bibbia di John Houston, però non l?hanno presa: forse perché le foto spedite al provino gliele ha scattate papà nel giardino della Villa di Crotone. Però se hai visto il film, quando lei ti svela che era Maria (se te lo dice, tende a essere gelosa di quei ricordi) ti viene immediato sovrapporne gli occhi, con quello sguardo dal sotto in su, uguale al 1964.

«Pasolini non ha mai detto voglio una Maria ascetica piuttosto che voglio una Maria drammatica. Noi non eravamo attori, lui non voleva interpreti. Per questo non ho mai pensato a com?è la mia Maria. Io ero solo una modella, che non sa quello che il pittore sta dipingendo sulla tela: lo scopre solo alla fine. Pasolini prendeva le emozioni. I ciak erano molto brevi, concentrati sull?azione. Con me una volta ha perso la pazienza perché diceva che non chiudevo bene una palpebra: ma io che ci potevo fare? Lui ci diceva all?ultimo minuto quello avremmo girato, credo per non darci tempo di ragionare, per cogliere la spontaneità, l?immediatezza, le emozioni. Il Vangelo è un film poetico e pittorico, Pasolini dipingeva un bozzetto per ciascuna scena, poi si metteva dietro la macchina e raccontava, in un modo che tirava fuori davvero le emozioni».

Lei crede? «A quel tempo sì, moltissimo. Anche se Gesù, la Madonna, me li immaginavo tutti come nelle immaginette dei santini. Un po? come Nativity adesso: mi piace Maria, con quell?accento sul lavoro, ma la scena della nascita è troppo studiata, con le tre stelle allineate. Poi coi 18 anni e il 68 è cambiato tutto. Sono diventata molto razionalista, ho creduto davvero che la religione sia l?oppio dei popoli, ho fatto un po? di contestazione, mi ricordo che una volta ci siamo autodenunciati, tutta la famiglia. Da una decina d?anni, dopo un viaggio in India, sto provando a riavvicinarmi alla fede: è un desiderio che sento, ma è dura. Ho delle emozioni, sento il bisogno di essere accompagnata, mi rendo conto che mischio un po? di cattolicesimo e di meditazione orientale, e dire che credo è ancora troppo. Mi dà fastidio l?idea del sacrificio e faccio fatica ad ammettere di aver bisogno di aiuto. Perché dire ?Padre? è dire quello».

L?ultima volta che Margherita ha visto Pier Paolo Pasolini era il 1975. Lei era a Roma per un concorso, un giorno soltanto, e lui ha trovato il tempo per incontrarla. «Sono tornata a casa sua, mi ha regalato una copia di Le ceneri di Gramsci. C?era anche Susanna. Pochi mesi dopo alla tv hanno detto che l?avevano ucciso. Ho rivisto le scene del film, Susanna che piangeva sul corpo di Gesù. Pasolini aveva voluto lei perché dai soli occhi doveva venire fuori la maternità. Penso che Susanna sia stata davvero Maria il giorno in cui le hanno riportato il corpo di Pier Paolo schiacciato da una macchina».

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