Famiglia

Melandri,se ci sei batti un colpo…

La legge sull'associazionismo?Scomparsa in Parlamento e abbandonata dal ministero.La riforma del Coni dopo gli scandali? Annunciata mille volte, ma non ancora presentata.

di Pasquale Coccia

Prima la gaffe con gli atleti disabili (non invitati alla cerimonia per la nomina degli ambasciatori dello sport italiano nel mondo), poi il disegno di legge sulle società sportive dilettantistiche ?desaparecido? in Parlamento, infine l?attesa riforma del Coni, più volte annunciata ma che nessuno ha ancora visto. A due mesi dall?insediamento al ministero dei Beni Culturali, Giovanna Melandri, che dal governo D?Alema ha avuto la delega allo Sport, ha fatto perdere davvero la pazienza a molti. Soprattutto agli enti di promozione che, delusi e allarmati, si chiedono quando il ministro si deciderà a prendere sul serio le richieste dell?associazionismo sportivo ormai sfinito e allo stremo delle risorse. Oltre un anno fa, l?ex ministro Walter Veltroni presentò in Parlamento un apposito disegno di legge che riconosce agli enti di promozione sportiva la personalità giuridica e individua le modalità di finanziamento attraverso l?istituzione di un fondo costituito dall?1,50% dei proventi derivanti dai concorsi pronostici. La proposta di legge, sommersa da circa settecento emendamenti da parte dell?opposizione, si è arenata anche per l?ostilità del Coni che vorrebbe il controllo diretto dell?Albo delle associazioni sportive ufficialmente riconosciute, e dunque oggetto di finanziamento. Il progetto giace ancora in Parlamento, oggetto di veti e contrapposizioni, né il ministro Melandri sembra volerlo rimettere in carreggiata, presa dalla contrattazione privilegiata con i dirigenti del Coni. Gli enti di promozione sportiva, apprezzano lo sforzo fatto dal governo per favorire lo sgravio fiscale, ma temono si tratti di uno zuccherino e che il progetto di legge Veltroni possa essere stravolto dalle mille mediazioni per accontentare partiti e Coni, snaturando il ruolo dell?associazionismo, delle regioni e degli enti locali impegnati nella promozione dello sport sul territorio. «In questi ultimi mesi siamo stati completamente ignorati dal Coni e dal governo, perché costituiamo un problema per entrambi», accusa Donato Mosella, presidente del Centro sportivo italiano (Csi). «Il Coni ha minacciato di tagliare i contributi agli enti di promozione sportiva per finanziare la preparazione degli atleti in vista delle Olimpiadi di Sydney», dice, «nonostante anni di collaborazione e di progetti portati avanti dalle associazioni sportive. Non rileviamo segnali consistenti neppure dal ministro Melandri, totalmente tesa a risolvere i problemi del Coni. Il giro di poltrone che prende i vertici dello sport italiano non ci interessa, vogliamo i fatti. Dal momento dell?insediamento fino a oggi, Melandri ha convocato proprio tutti, dai dirigenti del Coni agli atleti, ma ha tenuto fuori chi promuove lo sport sociale nel nostro Paese. L?associazionismo non può essere escluso dalla riforma dello sport», conclude Mosella, che lancia un avvertimento al ministro: «Se non avremo risposte chiare, non ci resterà che la piazza». Toni meno duri, ma stessa preoccupazione anche dall?Unione sportiva Acli. «Al governo diamo atto dell?impegno per gli aiuti fiscali alle associazioni, ma il problema dello sport per tutti non può essere considerato un fattore secondario. Melandri deve dare priorità allo sport sociale e la Conferenza dello sport, che ha promesso di convocare nel ?99 sarà il momento della verità», sentenzia Pietro Menna, presidente nazionale dell?Us Acli. Il ministro è avvertito.


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