Formazione

Welby, la conferenza stampa in diretta

Ecco i primi interventi alla conferenza stampa

di Redazione

Marco Cappato
Piergiorgio Welby è morto una mezz?ora prima della mezzanotte. Da 88 giorni, tanti ne sono passati dalla sua lettera aperta a Napolitano, ha lottato due volte. Ha lottato contro una tortura che ogni giorni gli era inflitta e ha lottato per conquistare, percorrere, tutte le vie della legalità istituzionale e democratica, dello Stato di diritto del nostro Paese per la possibilità di interrompere quel trattamento nel rispetto della legalità.
Quello che possiamo dire oggi è che questo Piergiorgio Welby ha ottenuto. Ha ottenuto quello che per 88 giorni ha cercato di spiegare e volere, l?ha ottenuto nel pieno rispetto del diritto, della legge e della Costituzione, e forse ha ottenuto qualcosa di più: un passo vanti nell?affermazione della certezza del diritto nel nostro Paese, un dirtti che da quasi tutti veniva riconosciuto sulla carta e che nei fatti gli veniva negato.
È qui con noi ? insieme a Emma Bonino, Carla Welby, Marco Pannella, Maria Antonietta Coscioni e Rita Bernrdini ? il dotto Mario Riccio, al quale daremo la parola e che spiegherà come è stata realizzata la volontà di Piergiorgio Welby. Welby è stato leader di tante battaglie, tutte per la vita, perché la vita comprende la vita della volontà, della speranza, della lotta.
Ieri questo Parlamento con la quasi unanimità dei partiti, con l?eccezione della Rnp e dei Verdi ha rifutato la proposta di avviare un?indagine conoscitiva sul fenomeno dell?eutanasia clandestina e la calendarizzazione dei disegni di legge che contenevano questa richiesta. Evidentemente per un terrore da parte della politica che il Paese che Welby ha scoperto e rivelato potesse investire delle sue speranze e delle sue ragioni anche la politica e il Parlamento. Noi siamo determinati al massimo a continuare quelle battaglie. Quello che è accaduto questa notte invece è il rispetto nella legalità di quello che lui aveva chiesto con la forza della nonviolenza.

Emma Bonino
Sono qui a testimoniare che la volontà di Piergiorgio Welby nella legalità deve servire a tutti quanti. Vorrei ricordare Piergiorgio nell?esercizio penoso e penato dei diritti civili, perché lui fu leader della battaglia per il voto dei malati intrasportabili, che ha ricordato che un malato è un cittadino. Un grande leader. Lotteremo perché le isttzioni assolvano il loro compito, che è quello di trovare soluzioni per situziaoni che esistono nel paese. Piergiogrio non ha inventato un mondo, ha dato voce a una realtà che esiste ma si preferisce non vedere. Lui aveva il senso della legalità, del diritto, delle istituzioni. Lui.

Marco Cappato
Quando ho salutato Piergiorgio questa notte ho parlato della sua forza. L?ultima parola che Piergiorgio mi ha detto è stata grazie, grazie, grazie.

Mario Riccio, il medico
L?on. Cappato mi ha chiesto di essere presente, ho ritenuto opportuno esserci per evitare poi di essere inseguito in seguito.
Io sono medico anestesista rianimatore dell?ospedale di Cremona. Nelle settimane passate, visto il mio impegno nella bioetica (consulta di mori) sono entrato in contatto con l?associazione Coscioni, mi ero proposto per alcuni approfondimenti su alcuni aspetti tecnici e medici. Poi c?è stata la richiesta per capire se da parte mia c?era la possibilità di realizzare il desiderio di Welby. Io non vedevo ostacoli, ritenendolo un diritto riconosciuto e ampiamente praticato, pertanto mi sono reso disponibile. Con Cappato abbiamo preparato tutto, cercando di evitare che ci fossero pressioni su di me e sui famigliari. Eravamo pronti a partire appena Piergiorgio ce l?avesse richiesto. Io sono venuto lunedì a Roma, dove ho conosciuto di persona Piergiorgio Welby. Prima avevo letto il suo libro. Lunedì abbiamo lungo colloquio, confermata ampiamente la sua volontà di interrompere terapia ventilatoria e che questo fosse avvenuto in corso di sedazione. Superati alcuni aspetti tecnici che penso non vi possano interessare, ieri sera, come Welby aveva chiesto ? volgio approfondire aspetto interpersonale, abbiamo approfondito insieme questi aspetti, ho preso cosicneza piena della sua volontà a me personalmente espressa, lui aveva riflettuto sulla lettera di Marino, aveva saputo del pronunciamento del tribunale civile, eri sera gli ho richiesto se il ricorso della procura modificava qualcosa ma lui ha detto che non cambiava il suo proponimento e che nella giornata id ieri desiderava essere sedato e interrompere la sua terapia.

Marco Pannella
Dieci mesi fa Luca ci ha lasciato. Quando è morto ho letto apologie diffuse, coccodrilli che piangevano su di sé. Adesso è Piergiorgio che ha fatto che cosa? Tutti abbiamo presente cosa è accaduto nel Palazzo: è accaduto che secondo una civiltà giuridica e civile che possiamo far risalire a Socrate, quando lo Stato non rispetta la propria legalità e la legalità di tutti, opportunità e dovere anche per i più umili della città di dare corpo e parola alla legge negata a se stessi dal potere. Il dottor Riccio pensava che di medici disponibili ce ne fossero centinaia. Grazie a lui sappiamo che in Italia c?è un medico (non so se c?è un giudice, ma in Italia c?è un medico) ed è probabile che contro qualsiasi legge e regolamento si proverà a fargliela pagare. In questi 88 giorni è stata costruita la praticabilità di un percorso che il giudice ritiene impercorribile. È un diritto, ma non può esser praticato, perché ci vogliono leggi che consentano di attuare impunemente il diritto. Ancora una volta Luca, Piergiorgio e le famiglie ? questa famiglia richiamata dagli idolatri e feticisti della Vita con la V maiuscola. Siamo fieri di aver potuto realizzare in modo ineccepibile un percorso impossibile. Ci ha guidato Piergiorgio nei dettagli, perché diceva si deve fare presto presto presto, non voleva sentire ragioni, ma era fermamente intenzionato a percorrere le vie legali di questo Paese. Fino all?ultimo. Tu pensavi che scherzassimo, che non fossimo capaci di realizzare questo percorso e di realizzarlo per tutti coloro che sono stati cpstretti a vivere come una vergogna il diritto di conquistare la morte naturale senza accanimenti conto la naturalità del vivere. Io dico solo una cosa. Non c?è una sola famiglia che abbia conosciuto eventi di questo tipo, che se non c?è speranza non dica: ?dottore non facciamolo soffrire?. Ha sofferto molto? Chiedono i parenti, gli amici. E Piergiorgio soffriva, per una cosa superflua. Dottore, se proprio non c?è più nulla da fare, di grazia, fatelo soffrire il meno possibile. Non c?è famiglia italiana, di cardinali, papa, boia e assassini, c?è nel vissuto di tutte le famiglie questa implorazione. Questa è una unità antropologica e davvero chi è arroccato nelle rocche del potere l?esercito dei senza fede e senza religione riescono oggi a pesare di più nella vita della società, non solo in Italia. non è la prima volta che l?Italia do al mondo il fascismo. Non sottovalutiamo i segnali. A me questo medico dà conforto. Lo farei se? Certo, si rischia 10-15 anni di galera, quindi nessuno può chiedere a un medico di essere eroico?


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